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La S.Confessione

 

"Convertitevi e credete al Vangelo"


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LA S.CONFESSIONE


"Cristo è morto per noi e noi siamo liberati,
i nostri peccati sono perdonati" (Ef.1,7).


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Troverai in questa pagina:

1) - Il Sacramento della Riconciliazione:
- il peccato e le sue conseguenze,
- la Divina Misericordia,
- il perdono.
2) - L'esame di coscienza.
3) - L'esame breve.
4) - L'esame generale.
- Non sono più due ma uno.
- Noi abbiamo lasciato tutto.
- Non lo avete fatto a Me.
- Voi siete tutti fratelli.
- Dallo Spirito nasce Spirito.
- Nel suo cuore ha già peccato.
- Guardate i gigli del campo.
- Ti darò tutto se mi adorerai.
- Perchè non giudicate da soli quello che è giusto fare?
- Un peccato irreparabile.
5) - I frutti del perdono.
6) - I doni dello Spirito nella vita nuova.
7) - La giornata e la festa del perdono.
8) - Il cammino penitenziale comunitario.
9) - L'esame di coscienza comunitario.
10) - Se non puoi confessarti.
11) - Per i Sacerdoti confessori.
12) - Il tempo della decisione.


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1) - IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

 

"Ritornate al digiuno ed alla Confessione per poter vincere il male che è in voi ed intorno a voi!" (25/10/16)

"Convertitevi e vivrete!" (Ez.18,32)

"Dio ordina a tutti gli uomini di ravvedersi!" (At.17,30)

"Cercate me e vivrete!" (Am.5,4)

"Cambiate vita! Impegnatevi con tutte le vostre forze!"
(Ap.3,19).

"Se non farete la Volontà di Dio più seriamente di come fanno i farisei, non entrerete nel Regno di Dio." (Mt.5,20).

"Nessuno inganni se stesso! Se qualcuno pensa di esse sapiente in questo mondo, diventi pazzo, e allora sarà sapiente davvero. Dio, infatti, considera pazzia quel che il mondo crede sia sapienza. La Bibbia dice: Dio fa cadere i sapienti nella trappola della loro astuzia. Il Signore conosce i pensieri dei sapienti e sa che non valgono nulla." (1Cor.3,18-19).

"Dimostrate con i fatti la vostra conversione
e non fatevi delle illusioni!" (Mt.3,8)

"Chi vive nell'egoismo, raccoglie morte; chi vive nello Spirito di Dio, raccoglie vita eterna" (Gal.6,8).

"Lasciate il male e scegliete il bene!" (25/7/15)

Nella vita non c'è cosa che ti possa accadere peggiore di questa: perdere la tua Anima. La perdita della salute, del lavoro, degli affetti sono drammi terribili nella vita, ma non sono neppure paragonabili alla irrimediabile tragedia rappresentata dal rifiuto dell'Amore di Dio e della Vita Eterna. Scegliendo la via del bene tutto può essere sopportato, salvato e redento. Scegliendo la via dell'egoismo tutto è perduto. Dio ti offre la vita vera: una libertà e una gioia che il mondo non conosce (Gv.5,26). Se rifiuti il dono di Dio e scegli il peccato muore la tua libertà e tua gioia. Dio ti vuole felice, libero dal peccato, libero dalla tristezza, dalla paura, dalla morte, rinato nello Spirito a vita nuova e ti promette salvezza, consolazione e liberazione (Is.40,1-11).

Per accogliere il Suo invito però devi cambiare, devi convertire la tua vita nella direzione del bene (Pr.28,13). Per fare questo hai bisogno di Lui, della Sua capacità di purificarti, perdonarti e rigenerarti. Senza la tua consapevolezza però, senza la tua libera volontà Dio non può fare nulla per te. Lui non può salvarti senza la tua scelta e tu non puoi salvarti senza la Sua "Grazia". Questo incontro si deve consumare nello spazio di tempo che hai a tua disposizione. E' un tempo limitato con un termine già scritto: non aspettare! Per te, come per tutta l'umanità, è fissato inderogabilmente il giorno implacabile e glorioso del giudizio e della giustizia (Sap.18,14-15). Il giorno nel quale la Redenzione giungerà al suo compimento e terminerà ogni sofferenza e dolore e si inaugurerà il Regno della eterna gioia (Lc.17,20-37).

Questo è un tempo prezioso, non credere di poter fare a meno del perdono di Dio. Non illuderti di avere da solo/a la forza, l'intelligenza e la volontà per vincere il male che è in te. Sappi che l'avversario è più astuto e molto più intelligente di te, conosce le tue fragilità molto meglio di quanto tu stesso/a non le conosca e può fare di te un burattino nelle sue mani (2Ts.2,10). Può farti fare ciò che vuole dandoti l'illusione dell'autonomia e della libertà (Gc.4,13-16). "Satana si prende gioco di voi e io non posso aiutarvi perchè siete lontani dal Mio cuore" (25/3/92). Se pensi di essere perduto, se pensi che i tuoi peccati sono così grandi da impedirti ogni speranza o pensi ricadendo sempre nello stesso peccato di non riuscire a cambiare e ti lasci andare allo scoraggiamento sappi che stai commettendo un errore (questo sì) imperdonabile.

"Egli vi perdona sempre, anche quando commettete ripetutamente gli stessi peccati" (6/10/87).

"Che la S.Confessione sia per voi il primo passo della conversione" (25/11/98).

Anche se il male che hai commesso è molto grande, anche se hai rubato, tradito, ucciso una volta o anche molte volte Dio vuole salvarti, perdonarti, distruggere l'odio e l'angoscia del tuo cuore per portarvi amore e pace (1Gv.1,9). "Dio è pronto a perdonare tutto poichè la sua Misericordia è infinita" (1/9/92). Lui ha sempre il potere e la volontà di donarti una vita nuova se tu lo vuoi (Sir.18,10-14). Non ti scoraggiare mai! Dio ti vorrebbe liberare in modo netto e definitivo dal peccato che ti tormenta ma se ricadi, se fai fatica la Sua paterna bontà comprende la tua fatica ed accetta da te anche un miglioramento graduale, un passo alla volta. La tua fiducia deve essere grande come lo è la sua pazienza amorosa. Se pensi invece di essere giusto/a se pensi che il male sia solo fuori di te, solo negl'altri, se pensi di essere senza peccati (1Gv.1,10) e di non dover lottare contro il tuo egoismo ogni giorno allora sappi che sei caduto/a nell'inganno peggiore.

Da solo/a rischi di perderti, di non farcela (Gv.15,5). Rientra allora in te stesso/a, riconosci le tue fragilità e Dio ti verrà incontro con le braccia aperte come il padre del figlio prodigo (Lc.15,11-32). Anche tu vagli incontro attraverso la Santa Confessione praticata con una certa frequenza, da un sacerdote di provata Fede e dopo un serio "esame di coscienza". Non aver paura di Dio. Il migliore papà che puoi immaginare sulla terra è duro e severo se paragonato al tuo Divino Padre. "Dio vi ama molto. Vi ama cento volte di più dei vostri genitori" (31/10/85). Lui è sempre disposto a perdonarti (Sal.103) e ad aprirti di nuovo il suo cuore e la sua casa di luce se sinceramente desideri il suo perdono (Is.1,18). Dio sa guardare dentro di te e considera non tanto quello che hai fatto ma il perchè lo hai fatto. La sua infinita Misericordia ti abbraccia con particolare prontezza e premura quando hai commesso dei peccati non per libera scelta del male ma per debolezza, per paura, per ignoranza, per solitudine.

"Beati voi se non vi giudicherete nei vostri sbagli, ma se capirete che nei vostri sbagli vi sono offerte delle Grazie" (12/5/86).

"Date al Signore tutto il vostro passato, tutto il male che si è accumulato nei vostri cuori. Desidero che ognuno di voi sia felice; ma con il peccato nessuno può esserlo" (25/2/87).

Se invece non sei sincero/a e non sei spinto/a da un vero desiderio di conversione ma ti confessi per abitudine e vuoi solo "metterti a posto la coscienza" sulle solite cose senza voler rinnovare la tua vita, senza allontanare da te l'egoismo, l'odio ed il rancore (Sir.28,1-7) sappi allora che Lui non si lascerà prendere in giro dalle tue ipocrisie. Dio, immensamente giusto, non sopporta la superficialità e la mistificazione (Sir.16,13).

"Non confessatevi per abitudine, per rimanere come prima, senza alcun cambiamento" (7/11/83).


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IL PECCATO E LE SUE CONSEGUENZE
L'anti-libertà, la forza che ti separa dalla tua vita

Il peccato è il rifiuto dell'amore, della felicità, della gioia, cioè è il rifiuto di Dio. Il peccato è quindi anche il rifiuto di te stesso/a, della tua identità di "Figlio/a di Dio". La conseguenza di questo rifiuto è la confusione, il disorientamento, la prevalenza della materia sullo Spirito, dell'avere sull'essere, della soddisfazione del corpo sulla gioia dell'anima, è l'asservimento della tua libertà ai piaceri che derivano dalle cose. Il peccato è il binario morto, la strada sbagliata che ti porta a vagare senza meta in un deserto senz'acqua, è il "buco nero" che fagocita progressivamente tutto il tuo spazio e tutto il tuo tempo. Il peccato è il ripiegamento della universalità del tuo "sè" nella individualità del tuo "io", cioè la rinuncia alla tua dimensione spirituale ed eterna, la chiusura del tuo cuore alla condivisione, alla donazione cioè alla "circolazione dell'Amore". "L'Amore ed il calore (di Dio) comincino a scorrere attraverso di voi" (25/11/09). Il peccato è sempre un segno di idolatria, un rifiuto del "Bene Assoluto" a vantaggio di un piacere relativo che appaga provvisoriamente il tuo egoismo. Tutto ciò che discende dal "Sommo Bene" è oggetto della Fede e ti conduce alla salvezza mentre "tutto quello che non viene dalla Fede è peccato" (Rm.14,23). Il peccato è "la macchina infernale del dolore" perchè è negazione dell'Amore e ogni volta che l'Amore è negato un dolore viene inflitto ed il pianto, la rabbia, la disperazione occupano il suo posto.

Il peccato è il vero impedimento che ti priva della felicità. Ti impedisce di vedere, accogliere, apprezzare i doni di Dio, le sue meravigliose opportunità di gioia e di amore, e ti guida invece verso falsi beni, falsi obiettivi, falsi idoli che ti portano nel buio, nella tristezza e nella desolazione.

Il peccato è così l'unico vero avversario della tua felicità, l'unico vero nemico assoluto della tua vita. Le difficoltà, le delusioni terrene certamente ci colpiscono e ci fanno soffrire ma con l'aiuto della Fede possono non solo essere sopportate ma diventare occasione di crescita e di santificazione. Persino le malattie, persino la morte non ha potere di precluderci la salvezza eterna ma solo di abbreviare la nostra vita terrena. Il peccato invece ha potere di distruzione totale sul nostro corpo e sulla nostra anima. Il peccato è la sconfitta assoluta e definitiva della nostra vita.

- Cosa provoca il peccato in te?

1) La cecità del cuore che ti fa sbagliare la strada, il progetto, che ti impedisce di amare e di capire qual'è il tuo vero bene (Mt.6,23; Mt.7,13-14; Mt.23,16-17; Mc.9,47; Lc.11,35).
2) Il ripiegamento in te stesso/a, la tristezza, la solitudine del tuo"io" che ti impedisce di comunicare con il tuo prossimo, di godere della gioia della fraternità e ti conduce alla morte del cuore (Col.2,13). Il peccato ti allontana dalla bellezza e ti conduce alla "bruttezza" dell'anima ed anche a quella del corpo.
3) Ogni peccato attira altri peccati e la corruzione alimenta se stessa provocando il progressivo asservimento al male, la progressiva morte dell'anima che ti preclude i doni dello Spirito Santo, della Redenzione e quindi della Vita Eterna (Mt.12,45; Rm.1,18-32).

- Cosa provoca negli altri?

1) Il tuo peccato può provocare negl'altri un danno assoluto che va dal danno psicologico e morale a quello patrimoniale, a quello fisico.
2) Genera sofferenza e dolore che può durare anche tutta la vita.
3) Fornisce un "cattivo esempio" che scandalizza ed allontana dalla verità, dalla Fede e favorisce nuovi peccati (il desiderio di emulazione del male, di rivalsa e vendetta).

- Cosa provoca nel mondo?

1) Ogni peccato contribuisce ad ostacolare ed a ritardare il piano di Redenzione di tutta l'umanità.
2) Avvelena la pacifica convivenza tra gli uomini creando odi familiari, politici, sociali, etnici e favorendo ogni forma di aggressività, violenza e guerra.
3) Crea immani ingiustizie e sofferenze come lo sterminio dei nascituri, il dramma della povertà, della fame, dell'ignoranza, lo sfruttamento economico dei più deboli, la discriminazione religiosa, razziale, sessuale, culturale, tutti mali che contribuiscono a sconvolgere gli equilibri stessi del pianeta.

- Cosa provoca in Dio?

Il peccato non offende Dio (eccetto la bestemmia contro lo Spirito - Mc.3,29). Dio non si offende a causa del peccato perchè è infinitamente misericordioso (Eb.8,12) ma soffre ogni volta che pecchiamo. Soffre sia a causa delle conseguenze che i nostri peccati provocano per gli altri sia a causa del "rifiuto" del Suo Amore. Dio soffre nel primo caso di un dolore che possiamo paragonare a quello umano della "compassione paterna", nel secondo caso "dell'amore sponsale non corrisposto". Un amore umano non corrisposto, quando è davvero grande provoca in noi un dolore atroce. Dio, quando pecchiamo, è il Supremo Amante tradito e rifiutato che soffre per causa nostra di un atroce dolore. Dolore che però si trasformerà in gioia nel momento della riconciliazione e dell'abbraccio della Sua Divina Misericordia.

- Perchè cadiamo nel peccato?

Gesù non è venuto tra noi fondamentalmente per dirci cosa dobbiamo fare ma per spiegarci "chi siamo". Gesù è venuto a donarci una identità regale che ci rende liberi e felici. Se noi davvero sapessimo chi siamo, se noi fossimo consapevoli di essere "Figli di Dio" e sperimentassimo con la forza dello Spirito questo rapporto filiale allora ci sarebbe del tutto naturale (nel nostro pensare, parlare ed agire) essere conformi alla nostra divina dignità, la dignità dell'amore, della verità e della libertà. Se noi invece non sappiamo chi siamo, se noi vaghiamo nel nulla in cerca della nostra identità senza trovarla ecco che la nostra solitudine ci rinchiude nel nostro "egoismo" che è la nostra sciocca, miope, meschina ricerca di noi stessi soltanto in "noi stessi", che produce in ogni forma di bassezza, di male, di peccato. Cadiamo quindi nel peccato fondamentalmente perchè non sappiamo "chi siamo" e in questo modo cerchiamo la nostra felicità sulla via che conduce al nulla cioè alla disperazione. La disperazione è la mancanza di amore, di luce, di speranza, di significato. La disperazione può manifestarsi in modo conclamato e violento oppure in modo subdolo e inconsapevole attraverso la noia, la disaffezione, il senso di solitudine profonda, di inutilità e di vuoto, tutte situazioni che portano all'angoscia e la depressione.

Non ci sono azioni neutre. Ogni azione (pensieri compresi) o ci costruisce o ci distrugge. Molte cose che noi riteniamo moralmente innocue sono in realtà attività che disperdono tempo, energia e inaridiscono il nostro cuore. Altre cose peccato non sono. Il peccato è questo: un'azione senza amore che ci promette un piacere, un vantaggio, ma in realtà è un veleno per la nostra Anima e una rovina per la nostra vita. In breve: ciò che non ci salva ci distrugge.

- Quale peccato non potrà mai essere perdonato?

Un solo peccato non potrà mai essere perdonato: il peccato che confonde Dio con satana. Questo terribile peccato si commette quando si attribuisce a satana un'opera di Dio, quando cioè si ritengono malvagi atti, parole o persone che invece sono conformi alla Divina Volontà (Mt.12,32).


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LA DIVINA MISERICORDIA
Il riflesso dell'infinito amore di Dio

Di fronte all'immensità della Divina Misericordia il nostro cuore trasale e la nostra mente si smarrisce. La grandezza della Divina Misericordia supera infatti ogni nostra capacità di conoscenza e di comprensione. Comprenderla in qualche modo significherebbe in qualche modo riuscire a comprendere Dio stesso. Non è quindi nelle capacità dell'uomo parlarne se non negli aspetti fondamentali che Gesù ci ha sapientemente spiegato.

1) - Lo scopo della Divina Misericordia: la liberazione

Lo scopo fondamentale della Misericordia Divina è quello di favorire ed affrettare la nostra santificazione cancellando i nostri peccati e le loro conseguenze (sensi di colpa) prima che abbiano a ritardare od a fermare la nostra corsa verso l'abbraccio di Dio. Il "senso di colpa", la nostra incapacità ad "autoperdonarci", è il primo ostacolo alla libertà dei "Figli di Dio" a cui siamo chiamati, è il primo impedimento all'opera di liberazione della Divina Grazia. Infatti se non sappiamo perdonare il nostro prossimo come Dio potrà perdonare a noi? - (Mt.6,14) - Il "primo" nostro prossimo siamo noi stessi. Dio non può riversare su di noi la sua Misericordia se noi non abbiamo il coraggio e la libertà di perdonare noi stessi.

I "sensi di colpa" sono la conseguenza di tutte le mancanze di Misericordia contro noi stessi che si sono accumulate nella nostra vita. Non tutti i "sensi di colpa" tuttavia sono conseguenze di vere colpe, alcuni sono solo fantasmi che ci derivano da cattivi atteggiamenti dei nostri genitori o educatori durante la nostra prima infanzia, da cattivi insegnamenti che hanno ferito e menomato la libertà della nostra coscienza provocando mancanza di fiducia in noi stessi e nella Divina Misericordia (moralismo e legalismo).

Maria ci ha spiegato che solo la Grazia dello Spirito Santo, invocata nella preghiera, ha il potere di liberarci dai nostri peccati e dai loro veri o falsi "sensi di colpa", le invisibili catene interiori che opprimono il nostro cuore impedendoci di ripartire, di ricominciare, di rinascere come "uomini nuovi", capaci di nuovo di Amore, iniziando dall'Amore per noi stessi (Gv.3,3; 2Cor.5,17).

La Divina Misericordia è l'amore stesso nell'atto di esprimere la sua più alta attitudine al dono di sè, la sua più profonda carità: il perdono e la riconciliazione. Dio ha preparato la sua "festa" di infinita gioia e vuole che tutti gli invitati ne siano degni. - "Voglio che la mia casa sia piena!" (Lc.14,23) - Nessuno però per proprio merito sarebbe degno di entrarvi e per questo Dio viene in soccorso ad ogni uomo con la sua Divina Misericordia affinchè chiunque lo desideri abbia la possibilità di indossare l'abito di luce e di amore che è inderogabilmente richiesto ad ogni invitato (Mt.22,11).

2) - I confini della Divina Misericordia

Il cammino di ascesi, la corsa dell'anima verso Dio è una corsa dell'amore, quindi è una corsa della conoscenza e della libertà. Solo chi ama conosce Dio e solo chi è libero è in grado di amare. Conoscenza e libertà sono allo stesso tempo i semi ed i frutti della consapevolezza generata dalla Fede, della nascita della coscienza spirituale, sono le condizioni che rendono possibile l'amore verso Dio, sono i presupposti di ogni santificazione.

La Divina Misericordia non ha limiti nè qualitativi (sulla gravità dei peccati - Lc.7,47), nè quantitativi (sul numero dei peccati - Mt.18,22) ma solo "ontologici" cioè che riguardano il modo con cui conoscenza e libertà divengono dell'uomo consapevolezza di sè e volontà di relazione con Dio. In altre parole l'unico limite della Misericordia di Dio è la libertà dell'uomo.

L'uomo è libero di fare della sua anima ciò che vuole: può negare la sua esistenza, può portarla verso la felicità o gettarla nella disperazione eterna. Dio rispetta la libera scelta dell'uomo ma lo induce continuamente al bene e gli offre con la sua Divina Misericordia l'opportunità della Salvezza fino all'ultimo istante della sua vita.

Non viene perdonato da Dio solo chi non vuole il suo perdono, solo chi non riconosce il suo peccato, solo chi non riconosce a Dio il potere di perdonare, solo chi non ha fatto propria la Misericordia di Dio e muore senza aver perdonato i suoi fratelli. Non accede quindi alla Divina Misericordia solo chi ha posto contro di essa un libero e fermo rifiuto per tutta la sua vita e muore mantenendo questo rifiuto. Dio rispetta questo rifiuto e questa assoluta volontà di dannazione dell'uomo impenitente e, una volta sciolto il legame con il corpo, abbandona con grande dolore per sempre la sua anima.


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IL PERDONO
I sette passi verso l'abbraccio del Padre

Dio non è come gli uomini, non giudica solo i fatti ma anche le intenzioni profonde, le cause indirette e nascoste, i livelli di consapevolezza ed il grado di libertà. Nulla gli sfugge, il suo sguardo penetra alla radice di ogni tuo pensiero. Il giudice della terra ti assolve solo se "non hai commesso il fatto" o se esso " non sussiste" o se "non costituisce reato", mentre Dio ti perdona anche se il fatto sussiste, lo hai commesso e costituisce peccato. Dio però (a differenza dei giudici terreni) ti chiede conto anche del male che è rimasto a covare nel tuo cuore, nelle tue intenzioni, di quello non è divenuto un atto ma, dentro di te, è avvenuto ed ha ferito la tua anima. Dio non ti aspetta in un tribunale ma nella sua casa e con amore e trepidazione non vede l'ora di perdonarti, di cancellare ogni tuo peccato, di abbracciarti ed accoglierti per fare festa per te insieme a tutto il paradiso (Is.44,22). Vuole vedere però in te un vero pentimento, un reale desiderio di cambiamento, una sincera volontà di ricominciare. Dio ti viene incontro con gioia ma si aspetta che anche tu gli vada incontro a braccia aperte. Il tratto di cammino che devi compiere verso Dio Padre è fatto solo di cinque passi, ma sono tutti passi essenziali.

1°) Primo passo: devi avere fiducia nella infinita Misericordia di Dio ed aprire il tuo cuore al Suo Amore di Padre.

2°) Secondo passo: devi permettere allo Spirito Santo, attraverso "l'esame di coscienza", di penetrare in te ed indicarti quali sono i tuoi peccati affinchè questa consapevolezza ti porti ad un sincero pentimento per quello che hai fatto, o per quello che non hai fatto e invece dovevi fare.

3°) Terzo passo: devi essere disposto/a a perdonare gli altri con la stessa misericordia con cui Dio perdona te. "Offrite il vostro perdono per poter ricevere anche voi il perdono e la pace" (25/6/97). Se non sai perdonare chi ti ha fatto del male, se serbi inimicizia, rancore, odio impedisci allo Spirito Santo di avvicinarsi a te e non puoi accedere alla Grazia Santificante (Gc.2,13). Il perdono è un atto sommo di amore. "Il frutto dell'amore è il perdono" (25/1/96). Perdonando cacci satana, signore di ogni vendetta, dalla tua anima. Con il perdono colpisci mortalmente il tuo egoismo e, nell'imitazione di Cristo, ti rendi veramente degno/a di essere "Figlio/a" di Dio. Non solo devi perdonare gli altri ma anche te stesso/a. Anzi, non giudicare te stesso/a ma lascia il giudizio a Dio! Non covare rancore verso te stesso/a! Non lasciarti soffocare da inutili "sensi di colpa"! Lascia che lo Spirito Santo ti guarisca e ti insegni il vero amore verso te stesso/a. - "Beati voi se non vi giudicherete nei vostri sbagli, ma capirete che negli sbagli vi vengono offerte delle Grazie" (12/5/1986).

4°) Quarto passo: devi vivere in una condizione di continua "riconciliazione" con gli altri. Gesù non ti chiede solo di perdonare chi ti ha offeso ma anche di "essere riconciliato" verso coloro che hanno "qualcosa contro di te" (Mt.5,24). Gesù va oltre. Non ti invita solo a chiedere perdono per le offese che hai inferto ma ti induce a riconciliarti anche per quelle che non hai "fatto apposta", consapevolmente e quindi di cui non hai colpa. Non tutti certo ci ameranno come non tutti hanno amato Gesù (Gv.15,18). Dobbiamo tuttavia sforzarci di essere in uno stato costante di riconciliazione anche verso chi non ci ama senza che nulla di male pensiamo di aver fatto contro di lui/lei (Lc.6,35; 12,58). Spesso, anche se non ce ne accorgiamo, qualche nostro atteggiamento, qualche nostro "modo di fare" causa disagio, sofferenza, risentimento. Gesù ci chiede di aprire il cuore a queste cose, percepire e risolvere questi disagi con l'amore, l'umiltà, lo spirito di servizio, così saremo davvero "Figli di Dio" che amano tutti senza distinzione alcuna (Mt.5,45).

5°) Quinto passo: devi essere davvero deciso/a a non voler ricadere nei medesimi peccati ed a iniziare una vita rinnovata. Anche se non riuscissi a realizzare il tuo proposito e ti trovassi a ricadere negli stessi peccati, non devi però MAI scoraggiarti e rinunciare alla lotta. "Non potete convertirvi se non lasciate i peccati e non vi decidete ad amare Dio ed il prossimo" (25/1/02).

6°) Sesto passo: devi fare ogni sforzo possibile per rimediare al male commesso, alle conseguenze negative che i tuoi atti o le tue omissioni hanno potuto generare. Non basta riconciliarti e chiedere perdono personalmente alle persone che hai danneggiato o fatto soffrire. Devi cercare di rimediare, per quanto che ti è possibile, al danno fatto, al dolore che hai inferto.

7°) Settimo passo: la purificazione del tuo cuore ti deve portare alla "limpidezza" dell'anima. Limpidezza nei pensieri, nelle parole e nelle opere (Lc.11,36). I tuoi occhi non si chiuderanno di fronte al male del mondo ma saranno soprattutto aperti al "bene" che vedranno intorno a sè. Il tuo atteggiamento verso la vita sarà positivo, pieno di fiducia e di speranza, pronto a valorizzare tutto ciò che di buono troverai in te e negl'altri. Così potrai davvero dare gioiosa testimonianza al "Regno di Dio" che è già in mezzo a noi (Lc.17,21).


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Non presentarti al Sacerdote per la S.Confessione senza essere preparato! Non fare una finta Confessione! Non giocare con i S.Sacramenti!

Di segiuto troverai un aiuto per il tuo esame di coscienza.


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2) - L'ESAME DI COSCIENZA


Preghiera prima dell'esame di coscienza:

"Signore! Donami il Tuo Santo Spirito, così che, mediante il dono del "discernimento spirituale" io possa capire con quali sottili inganni e seducenti tentazioni il maligno ha voluto allontanarmi da Te per privarmi della Tua Grazia e così chiudermi la via che conduce alla vita eterna. Fammi capire con la mente la natura dei miei peccati e dona al mio cuore un profondo rimorso per il male commesso e per il bene non compiuto, un perfetto pentimento e un sincero e forte proponimento di conversione".

Chiedi fortemente a Dio il dono dello Spirito Santo, invocandolo con Fede e semplicità. Senza il Suo aiuto il tuo esame di coscienza risulterà inutile e sterile (Gv.6,63). Lo Spirito ti permetterà di vedere quei peccati talvolta così consueti e familiari, da non essere più da te neppure visibili e riconoscibili. Ti permetterà di non cadere nella "ragioneria" del legalismo farisaico (Mt.5,20), ti insegnerà cioè a contestualizzare i comandi di Gesù nella tua specifica situazione di coscienza. Questo ti impedirà di accusarti inutilmente di ciò che, per mancanza di libertà e pieno consenso, peccato non è, e ti permetterà invece di individuare i peccati più difficili da riconoscere: quelli di intenzione e di desiderio.

Chiedi anche umilmente aiuto a chi vive accanto a te e ti conosce nel tuo comportamento quotidiano. Chiedi a tuo marito, a tua moglie, ai tuoi figli, ai tuoi genitori, ai tuoi fratelli, ai tuoi parrocchiani: "Qual'è il mio maggiore difetto? La mia più ricorrente mancanza? In cosa posso migliorare?" Quello che ti sarà risposto sarà sicuramente utile e prezioso per il tuo esame di coscienza.

"Pregate, cari figli! Solo così potete conoscere tutto il male che sta in voi e presentarlo al Signore, in modo che Lui possa purificare del tutto i vostri cuori" (4/12/86).

Preghiera dopo l'esame di coscienza:

O Signore! Ora che mi hai permesso, con l'aiuto dello Spirito Santo, di indagare e conoscere la natura dei miei peccati, aiutami a confessarli con verità e coraggio, confidando nella Tua infinita Misericordia. Fa che la Grazia del Sacramento della Riconciliazione rigeneri totalmente la mia vita e mai più io abbia a separarmi da Te.

"Pregate spesso con queste parole: Dio mio, lo so che sono grandi e numerosi i miei peccati contro il tuo amore, ma io spero che Tu mi perdonerai. Sono pronto/a a perdonare tutti, l'amico come il nemico. O Padre, spero in Te e desidero vivere sempre nella speranza del Tuo perdono" (14/1/85).

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L'esame di coscienza deve trasformarsi da un atto periodico ad uno stato permanente di vigilanza spirituale, ad una "coscienza attiva" come dice Maria. Per arrivare a questo abituati a scrivere su un foglio non solo i peccati commessi ma anche i propositi precisi di conversione che lo Spirito Santo ti invita a prendere. Verifica poi ogni sera (durante l'esame di coscienza che deve sempre essere compreso nelle preghiere della sera) la tua situazione in riferimento ad ogni peccato e ad ogni proposito.

Se i propositi non vengono sistematicamente attuati, se non avvengono miglioramenti, se la tua conversione ristagna e non crescono amore e preghiera allora probabilmente il tuo esame di coscienza non è stato adeguato, non ha identificato le cause profonde dei tuoi peccati ma si è limitato alle loro conseguenze, si è fermato agli occhi, alle mani, alla bocca ma ha trascurato il cuore. Sai bene che se non si sana il cuore non si sana nulla in te (Mt.15,19). In questi casi non devi scoraggiarti ma fare due cose: 1) pregare di più e fare qualche rinuncia; 2) chiedere consiglio al tuo "direttore spirituale".

Quando la tua "coscienza attiva" sarà al lavoro non avrai più bisogno di annotare nulla perchè sarà essa ad operare in te.


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Di seguito, troverai alcune domande che ti possono aiutare per un esame di coscienza essenziale e breve ed una traccia invece, per un esame generale della tua vita, guidato dalla Parola di Dio, che ti permette di verificare a fondo te stesso nel tuo rapporto con Dio e con il tuo prossimo.


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3) - L'ESAME BREVE


(Puoi ricorrere a questa "forma abbreviata" quando ti trovi nella necessità di confessarti per ritrovare la pace ed accostarti così degnamente alla S.Eucaristia ma non hai il tempo di procedere ad un esame di coscienza generale. Devi comunque considerare questa procedura come eccezionale, mentre considera normale procedere per la tua confessione mensile, ad un esame di coscienza generale.)

Chi è il tuo Dio? Chi è al centro dei tuoi pensieri e dei tuoi desideri? E' il Dio che ti ama e ti ha creato donandoti un corpo e un'anima spirituale affinchè tu possa, se lo vuoi, godere l'eterna gioia della Sua amicizia o è un'altro dio, che non può salvarti dalla solitudine e dalla morte. O forse tu stesso/a sei il tuo dio. Hai avuto cura della cosa più importante che hai: la tua anima? Hai dedicato ad essa il tempo necessario nella preghiera e della meditazione della Parola di Dio? Hai vissuto distrattamente, banalmente, superficialmente le tue giornate?

Hai giudicato col pensiero o con le parole qualcuno? Hai detto cose inutili? Stupide? Cattive? Cose hanno offeso o scandalizzato qualcuno? Le tue parole sono state frutto di giudizi affrettati, irridenti, sarcastici o volgari? Hai detto cose false per coprire le tue mancanze? Hai accusato qualcuno ingiustamente? Hai mentito, calunniato, ingannato o frodato qualcuno? Hai sprecato del denaro nel gioco?

Hai rubato alla collettività evadendo imposte o tasse? Hai rubato alla tua azienda, ai tuoi dipendenti, ai tuoi clienti o ai tuoi fornitori non pagando stipendi, contributi, fatture o affitti quanto e quando dovevi? Hai restituito nel tempo dovuto il denaro (comprensivo degli interessi concordati) o i beni avuti in prestito? Ricordati che non restituire ciò che ti è stato prestato equivale a rubarlo e questo vale per tutti: persone, aziende, stati sovrani.

Hai rubato o vorresti rubare l'affetto di qualcuno/a che è già promesso o indirizzato ad un'altro/a? Hai corteggiato la donna o l'uomo di un'altro/a?

Sei riuscito/a ad amare con dedizione e pazienza chi ti sei impegnato/a ad amare nello stato di vita che ti è proprio? Ti tieni lontano/a dalla spazzatura che trabocca dai mass media? Ti sei lasciato/a sedurre da letture stupide o immorali? Hai dedicato ai tuoi figli, ai tuoi genitori o alle persone a te affidate sufficiente amore, tempo e attenzione? Hai trascurato e lasciato solo qualcuno nella difficoltà? Hai rifiutato il tuo aiuto? Hai negato un prestito possibile? In casa o in comunità ti senti autorizzato a brontolare, a lamentarti o a farti servire?

Hai provocato o favorito o avvallato in qualsiasi modo e luogo la morte di un altro essere umano anche se sconosciuto o non ancora nato o appena concepito?

Hai commesso qualche ingiustizia? Hai commesso qualche favoritismo (Gc.2,9) o goduto di qualche privilegio a danno di altri? Hai svolto il tuo lavoro svogliatamente, senza impegno, senza coscienza? Ti sei limitato a fare come tutti gli altri? Hai accumulato denaro senza motivo per il solo vano piacere della ricchezza (Eb.13,5) chiudendo il tuo cuore al bisogno degl'altri? Non hai soccorso chi hai visto essere povero, disoccupato, solo, malato, vedendo in lui il volto stesso di Gesù? Sei orgoglioso/a? Ti senti superiore agli altri? Credi di essere migliore o più buono/a degl'altri? Sei superbo/a? Non riesci a rinunciare alla tua posizione di potere? Disprezzi qualcuno? Odii qualcuno? Non riesci a perdonare chi ti ha chiesto scusa, in modo diretto o velato?

Fai il tuo lavoro bene e volentieri sapendo che è un dono preziosissimo di Dio e un servizio per il tuo prossimo oppure lavori immusonito, scontroso, di malavoglia, malamente, pensando solo al guadagno e non al bene degl'altri? Sei una presenza pulita e positiva sul posto di lavoro o ti piace "pescare nel torbido", la critica sistematica, la maldicenza, la calunnia. Ti fai forse mantenere dal lavoro degl'altri pur potendo tu stesso/a lavorare e aiutare economicamente gl'altri? Ti fai prendere troppo dal lavoro e trascuri la famiglia?

Non riesci a stare all'ultimo posto? Hai come obiettivo della tua vita la carriera, i piaceri o il servizio al prossimo? Hai desiderato primeggiare e vincere anche al di là dei tuoi meriti? Preferisci la notorietà o il nascondimento? Preferici parlare di te stesso/a piuttosto che ascoltare gl'altri? Sei stato aggressivo/a o violento/a con qualcuno? Non riesci ad essere accogliente e tollerante? Ti lamenti e pesi psicologicamente sugl'altri? Hai avuto poco rispetto di te stesso/a? Hai amato gli altri più di quanto non ami te stesso/a?

Hai bestemmiato? Hai pronunciato il Nome di Dio senza la dovuta devozione e un giustificato motivo? Hai dato testimonianza della tua Fede con coraggio (1Gv.4,15) oppure hai preferito fare finta di niente, nasconderti e tacere?

Nel tuo impegno sociale e politico ti sei attivato per promuovere iniziative che sempre meglio tutelino la vita di ogni uomo dal suo concepimento alla sua morte naturale? Cerchi in ogni ambito ed in ogni occasione di promuovere il dialogo, la concordia, la pace e la giustizia? Hai forse in qualche modo favorito inimicizie, rancori, pregiudizi, discriminazioni? Ti adoperi per quanto ti è possibile nelle iniziative volte a combattere l'ignoranza, l'emarginazione, la solituduine, la miseria e la fame?

Sei schiavo/a della televisione, della iperconnessione, delle "chat"? Quanto tempo hai perso con queste cose? Quanti precisi doveri nei riguardi di Dio, di te, della tua famiglia, del tuo prossimo, hai trascurato per nutrire la tua pigrizia o i tuoi "hobby", le tue velate idolatrie?

La Chiesa ti invita alla "castità multimediale", cioè ti invita ad adoperare questi mezzi con moderazione e in ogni caso per un tempo mai superiore a quello che dedichi alla Preghiera ed al servizio dei fratelli.

Sei schiavo/a del consumismo? (1Gv.2,15-16) - Hai acquistato cose inutili e le hai usate solo attento/a al piacere che hanno potuto darti, senza pensare alle condizioni sociali in cui sono state prodotte e al danno che possono recare alla natura e all'ambiente? Hai comprato prodotti "sottocosto" contravvenendo di fatto al 7° comandamento? Ti sforzi di limitare al massimo la tua produzione di rifiuti solidi? Ti impegni scrupolosamente nella "raccolta differenziata"? Ti sforzi nei tuoi comportamenti quotidiani di contenere al massimo i tuoi consumi di energia elettrica e di carburante allo scopo di ridurre il più possibile le emissioni di CO2?

Chiedi al Signore: Sei contento di me? Sei contento di come faccio il marito (la moglie)? Il padre (la madre)? Il Sacerdote (il/la Religioso/a)? Il figlio (la figlia)? Il mio lavoro?

Chiedi a tua moglie, a tuo marito, ai tuoi figli, ai tuoi genitori: siete contenti di me? In cosa posso correggermi? In cosa vi ho deluso? In cosa posso migliorare?

Considera con umiltà i suggerimenti che Dio comunica direttamente alla tua coscienza e ascolta (senza offenderti) quelli che ti invia attraverso la voce dei tuoi cari e, dopo aver riflettuto in silenzio alla luce della Parola di Dio, identifica le tue mancanze e fai dei precisi proponimenti (Sir.18,13).

"Sei cose odia il Signore, sette gli sono in abominio: occhi superbi, lingua bugiarda, mani sporche di sangue, cuore che desidera cose cattive, piedi che corrono verso il male, i falsi testimoni e chi fomenta la divisione e i litigi" (Pr.6,16-19).

"Amatevi gli uni gli altri con l'amore di mio Figlio" (25/6/05).


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4) - L'ESAME GENERALE


"Ripulite ogni angolo del vostro cuore!" (17/10/85)

(L'esame generale ti permettere di passare al setaccio della Parola di Dio, la tua anima e di conoscere le tue infedeltà che, come pensieri, parole, opere ed omissioni, si nascondono tra le pieghe della tua coscienza. E' un esame che richiede tempo: almeno una giornata. Impegnati in esso una volta al mese, facendo seguire la S.Confessione, ed ogni volta che ti senti smarrito, incerto e che la tua vita attraversa un passaggio importante, difficile o doloroso. Mano a mano che procedi nell'esame, annota su un foglio i peccati che scoprirai e che dovrai dire al Sacerdote suddivisi in: pensieri, parole, opere ed omissioni. Conserva l'annotazione scritta dei peccati che andrai a confessare anche dopo la Confessione stessa, affinchè possa esserti di aiuto nel tuo esame di coscienza quotidiano fino alla tua Confessione successiva).


LA PAROLA DI CRISTO CI GIUDICHERA'

"Chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica, io non lo condanno. Infatti non sono venuto per condannare il mondo ma per salvarlo. Chi mi respinge e rifiuta le mie parole ha già un giudice: a condannarlo, nell'ultimo giorno, sarà proprio la Parola che ho annunziato" (Gv.12,47-48).

I passi fondamentali della "Parola di Dio" su cui deve basarsi il tuo esame di coscienza e che sei chiamato a meditare, sui quali sei invitato ad esaminarti profondamente sono:

1) - I Dieci Comandamenti (Es.20,1-21).
2) - Il Discorso della Montagna (Mt.5;6;7).
3) - La Preghiera Sacerdotale (Gv.14;15;16;17).
4) - L'Inno all'Amore (1Cor.13,1-13).

In essi è contenuta tutta la "Legge dell'Amore di Dio", tutto l'annuncio della "Salvezza". Attraverso di essi passi al setaccio, operi una "scansione totale" della tua anima che ti permette di identificare i tuoi peccati. Chiedi inoltre perdono a Dio per la tua incapacità a "vedere" tutti i tuoi peccati, per tutti i peccati che non hai riconosciuto come tali, per quelli verso i quali non riesci a trovare pentimento, per tutti i casi di coscienza irrisolti, tutto affida alla bontà di Dio.


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Troverai qui ora un ulteriore aiuto per esaminare attraverso la S.Scrittura ed i "Messaggi di Maria" alcuni aspetti particolari della tua vita di Fede.


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NON SONO PIU' DUE, MA UNO (Mt.19,6)
L'esame di coscienza nel matrimonio


"Il mio diletto è per me e io per lui" (Ct.2,16). Nel matrimonio la vocazione all'amore universale, che caratterizza ogni chiamata alla Fede, parte da una persona specifica: il proprio coniuge e da esso si allarga a tutti. L'amore del prossimo parte da questo "prossimo" che Dio ha permesso che noi scegliessimo come compagno/a del nostro cammino verso Dio. L'amore tra l'uomo e la donna non viene dall'uomo e dalla donna ma è un dono di Dio ed è un dono in sè perfetto che non delude, come tutti i doni di Dio. Da dove arriva allora la delusione che noi continuamente constatiamo? La delusione viene dalla nostra fragilità, dall'incapacità di vedere, comprendere ed accogliere il dono dell'amore e tradurlo in vita quotidiana. Amare nel matrimonio vuol dire contemplare insieme la perfezione del dono di Dio (il dono dell'amore) e tradurlo ogni giorno gioiosamente in vita perchè se tra due persone c'è amore vero Dio è in quell'amore.

Se non lo/la ami non solo non ami te stesso/a (e questo è già grave) ma non ami neppure Dio che abita in quell'amore (e questo è molto più grave).

Dio ti ha messo accanto a lei/lui affinchè tu possa annunciare, testimoniare, confermare ogni giorno ciò che di grande e di buono lui/lei è, quali sono gli immensi doni che da Dio ha ricevuto. Questo è il tuo compito fondamentale: esprimergli/le sempre (con gli atti e le parole) il tuo affetto, la tua stima, ricordargli/le le sue qualità, rincuorarlo/la di fronte ai suoi limiti o difetti, sostenerlo/la affinchè mai si scoraggi o perda fiducia in se stesso/a. Devi sempre essere il/la primo/a a credere in lui/lei anche nel momento della debolezza e della caduta affinchè non si accontenti mai di essere "meno" di quello che Dio si aspetta da lui/lei. Gli sei accanto per questo, non per altro, per incitarlo/la con il dono dell'amore a rispondere totalmente al dono dell'amore.

L'amore che nutri per lei/lui è un dono, non viene da te ma da Dio. Non devi quindi dire: "Io ti amo!", ma "Mi è stato donato l'amore per te!". Questo "dono" dobbiamo accogliere, custodire, portare a compimento. Esso è come un seme che deve crescere e diventare un grande albero. Di cosa avremo fatto di questo seme siamo responsabili e ci sarà chiesto conto.

Verifica a che punto è la realizzazione del dono dell'amore partendo da questi cinque punti fondamentali:

1) l'amore per la promozione della sua anima, cioè per la crescita della sua Fede e per il suo personale cammino di santificazione;
2) l'amore per la sua individualità umana, cioè per il pieno sviluppo della sua personalità intellettuale e della sua promozione sociale;
3) l'amore per il suo corpo attraverso l'attenzione alla sua salute ed il sacro dono coniugale della tenerezza e del piacere sessuale (1Cor.7,3-5);
4) l'apertura generosa e responsabile alla figliolanza naturale ed adottiva (convivente o "a-distanza");
5) l'amore per i figli come componente dell'amore al coniuge.

Esamina uno ad uno questi aspetti e annota le tue mancanze.

Non basta aver sposato un giorno tuo marito o tua moglie, occorre accoglierlo/a ogni giorno come marito o come moglie. Non basta aver generato un giorno tuo figlio o tua figlia, occorre accoglierlo/a ogni giorno come figlio o come figlia. Accogliere vuol dire mostrare che sei lieto/a della sua presenza, vuol dire sorridere, ascoltare, rispondere con calma, intelligenza ed affetto, vuol dire aiutare, coccolare, consigliare, ma anche supportare e sopportare, perdonare e correggere con amore. Accogliere vuol dire vedere nei difetti e nei limiti dell'altro/a non un ostacolo ma una opportunità di amore. I limiti dell'altro/a infatti sono i campi privilegiati che Dio ha assegnato all'azione del tuo amore, sono terreno della santa battaglia della reciproca santificazione. Se tua moglie, tuo marito o i tuoi figli fossero già santi e perfetti che senso, che scopo avrebbe il cammino insieme?

Riconosci che hai bisogno di lui/lei, così crescerà nell'umiltà la tua vera libertà. Rispondi con prontezza e generosità ai suoi bisogni ed ai suoi buoni desideri, così donado te stesso/a, ti accorgerai di ricevere molto di più di quanto dai. Capirai presto che la tua libertà inizia proprio dalla umile consapevolezza di essere incompleto/a e complementare a lui/lei. La libertà cresce poi nel servizio. Servire significa accogliere nel corpo, nella mente, nel cuore.

Accogliere vuol dire anche mantenere vivo il desiderio di conoscerlo/la. Non si è mai giunti al confine della conoscenza piena dell'altro/a. Il mistero affascinante della sua personalità deve continuare ad incantare il nostro cuore e la nostra mente. Accogliere vuol dire anche mantenere sempre vivo il desiderio ed il dialogo sessuale verso l'altro/a, affinchè non si affievolisca mai il significato sacramentale dell'unità dei corpi. Se tu riesci a non perdere mai la contemplazione del dono dell'amore nella sua completezza (cosa che può avvenire solo con la preghiera) ecco che l'altro/a ti apparirà sempre nuovo/a, mostrerà di sè nuove ricchezze ed infiniti e sorprendenti risvolti. Sarà sempre più conosciuto e nel contempo sempre più conoscibile perchè in lui/lei incontrerai sempre più pienamente te stesso/a.

Se invece la tua contemplazione dell'amore finirà allora sulla coppia si poserà inesorabile la fredda nebbia dell'abitudine, la noia ripetitiva e soffocante di parole e gesti scontati e sempre più vuoti, segni di distanze e di silenzi sempre più grandi. Se perdi il legame con Dio, che è la fonte dell'amore, la vita insieme si banalizza, si appesantisce e la coppia comincia lentamente a morire, impercettibilmente, ogni giorno, fino al punto che quando ci si parla non ci si guarda più in faccia, non si sorride più, non ci si ascolta più, non ci si capisce più e poi... non ci si sopporta più.

Se viene meno la preghiera viene meno la luce che illumina la tua passione, la tua attenzione, la tua apertura verso l'altro/a, la coppia si ferma, smette di crescere e rinnovarsi ed ecco che il nemico allora se ne accorge e subito ne approfitta, gli basta un piccolo pretesto per dividere e distruggere. La crisi del matrimonio parte sempre dall'abbandono della preghiera da parte di uno o di entrambe gli sposi. La preghiera (e con essa la Vita Sacramentale) è la fonte, se chiudi la fonte, il matrimonio inaridisce e comincia a morire. Non permettere, con l'abbandono della preghiera, al nemico di insinuarsi nel cammino della tua vita di coppia e di famiglia seminando stanchezza, freddezza e divisione!

La preghiera quotidiana protegge, difende, rafforza il matrimonio e l'amore familiare.

"Non permettete a satana di operare attraverso malintesi, incomprensioni e mancanza di accoglienza" (25/1/90).

Vivi forse il matrimonio in una dimensione di vita egoista, volta solo allo "stare bene tra voi ", in un'orizzonte solo materiale e mondano? Utilizzi i talenti che Dio ti dona attraverso il vostro amore per amare a tua volta gli altri o ti rinchiudi egoisticamente solo nella vita a due? Siete insieme parte viva della parrocchia? Siete accoglienti verso le persone povere e sole? Sapete annunciare loro in modo credibile con le parole ma soprattutto con i fatti l'Amore di Dio? Siete pronti ad aiutare con amore le coppie e le famiglie in difficoltà, quelle divise, i figli dei coniugi separati?

"Ogni giorno giungono nelle vostre case persone che sono nelle tenebre. Cari figli! Donate loro la luce!" (14/3/85)

Nella gestione responsabile della vostra fertilità di coppia, avete utilizzato modalità contraccettive abortive che possono aver ucciso una vita nascente? Siete responsabilmente aperti alla vita anche se si presentasse sotto il segno della malattia o della disabilità? Siete disposti ad accettare per amore di Cristo anche la pesante croce della sterilità e ad accogliere una eventuale figliolanza affidata o adottiva (convivente o "a-distanza")?

Pregate insieme? Pregate l'uno per l'altro? Pregate per i vostri figli? Pregate con i vostri figli? Vi accostate con frequenza ai S.Sacramenti? La preghiera e l'Eucaristia sono davvero il centro della vostra vita coniugale?

Pregate affinchè il Signore tenga sempre vivo il vostro amore? Non dite mai: - "Ormai non lo/la amo più!" - ma dite ogni giorno nella vostra preghiera: - "Signore donami l'affetto, la passione, la pazienza, l'intelligenza, la bontà, la fantasia e la dolcezza necessarie per amarlo/la ancora, per amarlo/la sempre di più!" -

Hai onorato la fedeltà (Ml.2,15; Eb.13,4) anche nel momento della tentazione, della sfiducia, della delusione, della solitudine? Sei stato/a disposto/a a perdonare con l'aiuto di Dio anche un peccato grave come il tradimento coniugale senza interrompere l'affetto, la donazione sessuale, senza covare rancore o vendetta? Sai correggere fraternamente o preferisci, per non urtare gli equilibri di coppia, vedere andare in rovina l'anima del tuo coniuge e colpevolmente tacere? Lo scopo del matrimonio infatti è la reciproca santificazione e non la forzosa convivenza, la reciproca complicità nel male, il "quieto vivere" di una vita lontana da Dio (Mt.10,34-37). L'amore per il tuo coniuge è "vero", non è idolatrico, solo se "viene dopo" a quello che nutri per Dio. Se preferisci l'amore del tuo coniuge a quello di Dio percorri una via che è fuori dall'amore.

Adempite ai doveri verso il vostro corpo, cercando di mantenerlo come dono sano e gradevole per il vostro coniuge o non vi curate di esso e vi lasciate andare? Avete saputo dire "grazie!" quando era opportuno? Sapete sacrificarvi per l'altro/a? Vi sapete ascoltare? Vi dedicate del tempo? Da quanto non invitate a cena fuori il vostro coniuge?

Dovete essere vigilanti. Non dovete permettere che il vostro matrimonio sia colpito dagli attacchi del nemico. Non appena vedete una breccia, non appena vi accorgete che un'ombra, un dissapore, un'offesa ha ferito la vostra sacra unione non dovete starvene con le mani in mano ma reagire subito, pregare e mettere subito dopo in atto un "contrattacco di amore". Il "contrattacco di amore" si attua sempre con la medesima infallibile strategia: le due parole "Grazie!" e "Scusa!"ed un sorriso.

Un matrimonio in difficoltà si può difendere subito infatti se si cominciano a dire con cuore queste due parole formidabili e se si torna a sorridere di nuovo quando ci si guarda. Il sorriso è il primo atto di amore verso l'altro. Il sorriso ti penetra, ti guarisce, ti ricostruisce. Il sorriso ti "identifica" come creatura amata, come figlio/a di Dio. Il sorriso è un raggio di luce divina che spazza via le nubi nere dell'offesa , del rancore, che sancisce definitivamente il perdono e la riconciliazione.

"Vi invito a perdonare soprattutto in famiglia" (25/1/96).

In famiglia date esempio di amore servizievole o vi fate invece servire? Date tutto per scontato? Riconoscete i vostri difetti? Cercate di correggerli? Vi adombrate facilmente? Siete orgogliosi, scontrosi? Tenete "il muso"?

Sapete tenere vivo l'affetto, la tenerezza ed il rispetto in ogni circostanza (1Tess.4,4-8)? - Sapete vincere ogni tentazione di allontanamento, di "ripudio" dell'altro/a anche nella stagione in cui l'amore si spoglia dagli abiti variopinti del desiderio e della passione e indossa quelli più pesanti della pazienza e del dovere? Il vero amore dimostra la sua forza proprio nel momento in cui trascolora la passione.

Amate i vostri figli come Gesù ci ha insegnato ad amare dando la vostra vita per loro, o siete distratti, assenti, troppo permissivi o esageratamente esigenti? Dedicate loro tutto il tempo possibile? Sapete accoglierli e ascoltarli sempre con la massima apertura, disponibilità e attenzione? O forse siete distratti e scontrosi, fate tra i figli delle preferenze?

Riesci a far percepire loro il tuo affetto? Quando sei con loro comunichi gioia, contentezza o forse freddezza, fastidio o addirittura avversione? Li hai forse ignorati, insultati, delusi? Se loro ti hanno deluso sei stato/a pronto/a a perdonarli o forse per punirli hai chiuso la porta del tuo cuore? Hai usato con loro dei ricatti affettivi? Hai dato cattivo esempio ai tuoi figli con gli atti o con le parole?

Siate testimoni della Fede per i vostri figli! Il dono della Fede che Dio vuole donare ai vostri figli ha bisogno della vostra testimonianza dell'amore. Per collaborare al dono di Dio non servono le prediche, gli obblighi, le imposizioni ma solo l'esempio dell'amore. Se non siete capaci ogni giorno di essere esempio di amore nella vostra vita coniugale, familiare e lavorativa come potete pensare di poter riuscire ad essere testimoni della Fede?

"Se voi non siete un esempio per loro,
si allontaneranno senza aver incontrato Dio" (25/8/96).

Molti genitori sono smarriti e sfiduciati di fronte alle difficoltà che incontrano verso i figli. Maria nei suoi messaggi ci spiega come essere genitori in questo tempo così difficile. Donare tempo, ascoltare molto e poi: amore, preghiera, esempio ed ancora esempio, amore e preghiera, poi ancora preghiera, esempio ed amore.

Sapete che l'amore di Dio per loro si manifesta principalmente attraverso di voi? Il vostro modo di essere, di parlare, di agire ha una influenza grandissima sui vostri figli. Il vostro esempio di vita conterà molto per la loro crescita umana, intellettuale e spirituale. Dovete perseguire una condotta di vita integerrima, coerente, gioiosa, operosa, piena di Fede e di amore.

Non dite mai ai figli: "non ho tempo!... chiedi a tua madre/padre!... sono affari miei!... è così e basta!... se non fai questo... ti.... o non ti...". Non usare ricatti con i tuoi figli, specialmente ricatti affettivi! Non essere ambiguo/a ma sempre chiaro/a (Mt.5,37). Dai sempre delle spiegazioni su ogni tua presa di posizione. Fai prevalere sempre l'amore e la tenerezza.

Trasmetti ai tuoi figli la priorità dei beni spirituali? Trasmetti loro attraverso la parola e l'esempio il valore della giustizia, della solidarietà, della pace, del rispetto della vita e della natura? Insegni loro il valore dell'impegno, della fatica, insegni loro l'importanza di saper cercare, aspettare, lottare con costanza prima di tutto contro sè stessi oppure li abbandoni all'ideologia satanica dominante del: "tutto facile, tutto subito, tutto dovuto"!

Chiedi perdono per tutte le volte che non hai dato attenzione, ascolto e tenerezza ai tuoi cari perchè distratto/a (perchè eri al cellulare, al tuo PC, rapito/a dal tuo libro preferito, dalla partita, dal TG o dal film in TV, dal tuo hobby prediletto, o chiuso/a in te stesso/a ed assorto/a nei tuoi pensieri). Ricordati che se cerchi la tua "autorealizzazione" senza Dio, dimenticando l'amore per il tuo prossimo (cominciando dai tuoi familiari), in realtà non costruisci la tua realizzazione ma sei sulla strada della "autodemolizione" tua e della tua famiglia.

Per voi mariti, il primo atto di amore che potete avere per i vostri figli è quello di amare le vostre mogli. Per voi mogli, il primo atto d'amore per i vostri figli è quello di amare i vostri mariti. Ogni mancanza d'amore tra i genitori è percepita come uno scandalo dai figli e provoca una ferita nel loro cuore. Hai rimproverato, insultato, deriso tuo marito o di tua moglie in presenza dei tuoi figli? Hai parlato male ai tuoi figli di tuo/a marito/moglie in sua assenza?

Chiedi perdono per tutte le volte che sei stat/a scontroso/a, scortese, apatico/a, troppo sbrigativo/a. Chiedi perdono per tutte le volte che ti sei fatto/a servire e non hai servito con umiltà e leggerezza.

Per sanare un peccato, una mancanza d'amore verso il coniuge, non è sufficiente chiedere perdono a Dio e al coniuge offeso, ma è necessario chiedere perdono anche ai figli. Allo stesso modo per sanare un peccato contro i figli non basta chiedere perdono ai figli ma è necessario chiedere perdono anche all'altro coniuge perchè in famiglia l'amore coinvolge tutti i suoi componenti, una ferita fatta ad uno colpisce tutti. Nell'amore che viene da Dio la famiglia sarà unita, forte e gioiosa anche tra le avversità della vita se saprà aiutarsi giorno per giorno nel cammino di santificazione reciproca.

Somma difesa della famiglia contro ogni male è infatti la pratica della "correzione fraterna familiare": correzione nella coppia, correzione verso i figli ma anche correzione dei figli verso i genitori. I figli infatti in forza del loro Battesimo sono titolari di una fraternità di fede e di amore con i loro genitori che permette loro di praticare la correzione fraterna anche nei loro confronti. Prima della confessione mensile i membri della famiglia si chiedano umilmente l'un l'altro: "Quali mancanze ti sembra che ho commesso? In cosa devo migliorare?" - Ciascuno ascolti in religioso ed umile silenzio la correzione (anche quella che proviene dai figli) senza ribattere, senza offendersi e si sforzi di metterla in pratica.

Chiedi perdono per tutte le volte che ti sei scoraggiato/a di fronte ai problemi e, invece di accollarli a Dio nella preghiera, ti sei angosciato/a o arrabbiato/a e hai perso la tua pace mettendoti a cercare capri espiatori e colpevoli a destra e a manca. Chiedi perdono per tutte le volte che non ti sei fidato/a di Dio.

"Prima di tutto iniziate ad amare
la vostra famiglia!" (13/12/84)


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NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO (Mt.19,27)
L'esame di coscienza nella vita consacrata


Su un unico punto devi concentrare la tua attenzione: il tuo personale rapporto con Gesù. Questa è l'unica cosa che conta. Su questo poggia tutta la tua vita, la tua Vocazione ed tuo Ministero nella Chiesa. L'avversario cerca ogni giorno con ogni mezzo di logorare e se possibile di interrompere il tuo rapporto col Signore in modo che il tralcio, non più unito alla vite, non porti più frutto ma dissecchi, cada e finisca nel fuoco (Gv.15,6).

"Se perdete Gesù, avete perduto tutto" (6/6/87).

Lui, il maligno, ti addita l'ipocrita "via del compromesso". Ti invita a mediare, a scendere a patti con la povertà, con la castità, con l'obbedienza al Vangelo, al tuo Vescovo, ai tuoi superiori. L'avversario cerca di inaridire il tuo cuore e spegnere la tua Fede, il tuo amore per Colui che ti ha chiamato/a. Una volta rotto dentro di te il legame con Gesù, tutto è perduto. Se viene meno la Fede tutto diventa difficile, pesante, ripetitivo, i doveri quotidiani si trasformano in "seccature", le persone diventano noiose, la stanchezza del cuore ti rende sempre più triste, scontroso e solo. Puoi certo per opportunismo continuare il tuo sacro ministero fingendo una Fede che non hai più e trascinare in qualche modo una vocazione che non senti più tua. Puoi ingannare per molto tempo il tuo Vescovo, i tuoi superiori, le persone a te affidate, ma non certo il Signore. Non illuderti: "Non ci si può prendere gioco di Dio" (Gal.6.7).

La vocazione sacerdotale (e religiosa) è un dono immenso che ti deve riempire di gioia. Se questa gioia non c'è, se sei angosciato/a dalla tristezza o dallo smarrimento o travolto/a dal disordine devi affrontare con coraggio un esame di discernimento della tua vocazione. Se la tua vocazione è autentica con la Grazia della Riconciliazione ritroverai la pace, la gioia e l'entusiasmo nel servizio ministeriale e religioso. Se non fosse così, se invece la tua vocazione è stata solo il frutto ingannevole del tuo orgoglio e della tua superbia allora prendine atto e non continuare ad ingannare te stesso/a e la Chiesa, parlane con il tuo Vescovo (o il/la tuo/a superiore/a) e lui/lei saprà certamente trovare una soluzione di verità che salvaguardi sia la tua dignità sia quella della Chiesa.

Quali sono i segni che ti possono aiutare a valutare lo stato reale del tuo rapporto con Lui e la presenza in te dello Spirito Santo che ti è stato donato?

Il primo segno è la qualità della tua preghiera. Se non preghi non sei nulla, non puoi fare nulla. Se non preghi non hai rapporto con Dio e quindi non sei in grado di amare. Se non sai amare tradisci alla radice il tuo Sacro Ministero, diventi un peso per la Chiesa, un ostacolo per il Regno di Dio, uno scandalo per i tuoi fratelli. Se non preghi la tua povertà, castità, obbedienza diventano una favoletta, un'illusione, delle mete impossibili. Se non preghi la tua sacra missione inaridisce e ti trasforma piano piano in un "mestierante" come un altro, facendo di te, se va bene, un operatore sociale, culturale, un uomo politico, un burocrate oppure soltanto un semplice cerimoniere. Anche se ti dedichi prioritariamente agli studi biblici o teologici, anche se sei titolare di cattedre e docenze, sappi che se non preghi e non vivi nella carità, i tuoi studi, le tue lezioni, le tue dotte pubblicazioni non ti gioveranno affatto davanti al giudizio di Dio, anzi... (Lc.12,48)

Quanto preghi? Come preghi? Usi il tempo libero dagl'impegni pastorali per pregare in solitudine davanti al tabernacolo? "Innamoratevi del SS.Sacramento. Adoratelo nelle vostre parrocchie" (25/9/95). Reciti con devozione il S.Rosario ogni giorno con i tuoi fedeli o hai sempre fretta, hai sempre altro da fare? "Invito tutti i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose a recitare il Rosario ed a insegnare agli altri a pregare" (25/8/97). L'Ufficio Divino, la Liturgia delle Ore sono per te ormai un'abitudine, un'alibi, un noioso dovere, oppure rappresentano la mensa di Grazia da cui ogni giorno trai alimento spirituale?

Il secondo segno è la passione per la Parola di Dio: ami il S.Vangelo? E' diventato carne della tua carne? Prepari con la preghiera e la profonda meditazione l'omelia domenicale o usi omelie preconfezionate? Lo sai che condividi il mandato di "Pescatore di uomini" (Mt.4,19), dato da Gesù a Pietro? Hai gettato ogni giorno le tue reti, senza curati del pericolo o della fatica? O forse hai preferito stare a casa all'asciutto, accontentandoti dei pesci del tuo stagno? Da quanto tempo la tua barca non affronta i rischi del mare aperto ed è là, in secco, abbandonata sulla spiaggia? Sfrutti ogni occasione per annunciare la Parola di Dio e per invitare con il tuo esempio alla preghiera ed alla carità? Ti limiti forse solo alla predicazione liturgica, al "catechismo" per i bambini, ad una illusoria "pastorale di mantenimento?"

"Non stancatevi di invitare tutti alla preghiera!" (6/7/97).

Annunci "tutto" il Vangelo (At.20,27) o hai volontariamente omesso, distorto o taciuto qualche insegnamento (2Cor.4,2) per non contraddire te stesso o per compiacere qualcuno? La tua predicazione è chiara, semplice, efficace o piuttosto ami la retorica, le finezze lessicali, i concetti intellettuali, i richiami eruditi, ami insomma compiacere te stesso e non ti curi della effettiva comprensibilità del tuo annuncio e dei frutti di conversione che la Parola deve produrre? Come sono le tue liturgie? Chiare, intense, efficaci, comprensibili, o trascurate, troppo brevi o troppo lunghe e pesanti? Durante le liturgie preghi davvero o sei concentrato solo sull'aspetto estetico e formale della funzione? (Os.4,6; 1Cor.1,17)

Hai dato modo a qualcuno di dubitare sulla natura esclusivamente spirituale della missione della Chiesa a causa del venir meno nella tua azione pastorale del principio evangelico della gratuità con cui devi attuare il Mandato di Cristo? Consideri come "tuo" ciò che ti viene dato? Hai del denaro in banca? Possiedi delle proprietà personali? Perchè? Vivi nell'agiatezza? Partecipi ai lavori più umili della comunità o ti limiti a dirigerli? Qualcuno nel tuo gregge non sa di che vivere mentre sulla tua tavola non manca mai nulla? Sei caduto/a una qualche forma di "simonia"?

Hai tradito il Signore per denaro, per interesse, per paura?

"Guai a colui per il quale il Figlio dell'Uomo viene tradito!
Per lui sarebbe meglio non essere mai nato!" (Mt.26,24)

Sai adattarti a qualsiasi situazione (Fil.4,12-13) o forse ami godere di qualche eccessiva comodità (1Ts.2,9)? Hai disobbedito o obbedito con ritardo o di malavoglia a qualche disposizione del Papa o del tuo Vescovo o dei tuoi superiori?

La tua obbedienza è reale o solo formale? Sei tenuto alla disobbedienza solo quando ciò che ti viene comandato è contrario alla "Parola di Dio", alla "Divina Misericordia", alla tua coscienza ed allo scopo della tua vocazione e del tuo Sacro Ministero. Sappi che il tuo compitio è essere segno dell'Amore di Cristo sempre. Considera che l'obbedienza pedestre al Diritto Canonico, non mediata dal discernimento pastorale, può portarti a commettere gravissimi peccati. Stai molto attento quindi a non cadere nel "giuridicismo canonico" che tante persone (soprattutto separati e divorziati) continua ad allontanare dalla Chiesa. Considera che molti articoli del "Codice" non sono conformi alla Divina Misericordia. Prega ed adoperati affinchè a ciò venga posto immediato rimedio.

Il terzo segno è l'amore per il prossimo, la sollecitudine amorosa con cui porti Gesù alle anime a te affidate, specialmente le più lontane e bisognose, mettendoti a loro servizio. Esaminati sulla qualità e sulla abnegazione nel tuo servizio ai fratelli. Sai che l'autorevolezza e quindi anche l'efficacia della tua missione (Mt.20,26) deriva dai fatti e non dalle parole (Mt.7,22), trae legittimità dalla generosità del tuo servizio? I tuoi parrocchiani vedono come vivi. Vedono se incarni davvero la Parola di Dio. Sei il più attento agli altri? Sei il più pronto all'ascolto, al servizio concreto, anche se faticoso e difficile? Sei il più povero della comunità? Come il Signore infatti sei chiamato a servire tutti fino a dare la vita, cioè fino alla condizione estrema dell'indigenza (Mt.20,28) e sarebbe una vera ipocrisia per chi è "a servizio" vivere in condizioni più agiate di chi dovrebbe essere servito.

Sei consapevole della tua responsabilità apostolica che ti impegna giorno e notte al servizio di Dio (2Cor.11,23-33) per la Salvezza dei tuoi fratelli? Ti dedichi totalmente al tuo Ministero o lo trascuri (Ez.34,1-10) per dedicarti ad altre occupazioni che ritieni più gratificanti? "Alcuni tra voi non fanno nulla ma sono sempre affaccendati" (2Ts.3,11). Quanto tempo dedichi alla pastorale penitenziale? Aiuti periodicamente la tua comunità a compiere un serio "esame di coscienza" e a riconciliarsi con se stessa e con Dio? Sei infatti chiamato a portare il tuo gregge fuori dal recinto del peccato e a camminare davanti ad esso verso la Salvezza (Gv.10,4). "Sarebbe necessario, in ogni parrocchia, dedicare alla Riconciliazione tre giorni al mese: il primo venerdì, il sabato e la domenica successiva" (15/10/83).

Il solo pensiero di poter essere portatore del perdono di Dio dovrebbe sempre riempirti di gioia. La possibilità che ti viene concessa attraverso il sacro ministero di essere strumento della Divina Misericordia deve essere vissuta da te come un immenso privilegio e concentrare tutte le tue energie per crescere ogni giorno nella santità in modo da attirare verso la S.Confessione quante più anime puoi. Guai se la tristezza, la freddezza, la intransigenza si pongono come un velo sul tuo cuore! Guai se il tuo poco fervore e poco amore misericordioso allontana le anime dalla S.Confessione! Quanti, a causa di una esperienza negativa in confessionale, non si confessano più! Quando un'anima a te affidata si riconcilia con Dio il tuo cuore esulti come esultano in cielo gli angeli!

"Salvare le anime!" Questo deve essere il tuo unico pensiero. Questo è il significato della tua vocazione. Questo è il fondamentale ed unico scopo della tua vita. Tutte le energie che dedichi ad altro sono un atto di omissione, un danno per il Regno di Dio, un'offesa al Signore. Sul tuo impegno per la salvezza dei peccatori verterà il Giudizio su di te.

Ti fai trovare quotidianamente e ad un orario consueto nel confessionale o aspetti di essere chiamato? Chi lascia il confessionale vuoto, di solito, ha anche il cuore vuoto. Se nel tuo volto non è riconoscibile il volto amoroso e misericordioso di Gesù, se nelle tue parole i/le fratelli/sorelle a te affidati non trovano il dolce conforto dello Spirito Santo, vuol dire che qualcosa non va, vuol dire che preghi poco, ami poco e probabilmente ti confessi poco o con un esame di coscienza insufficiente. "A chi vuol fare un cammino spirituale profondo consiglio di purificarsi confessandosi una volta alla settimana" (28/9/84). Hai celebrato la S.Messa e amministrato i S.Sacramenti in stato di peccato grave? Hai officiato la S.Liturgia senza preparazione spirituale? Senza la doverosa devozione? Senza vera preghiera?

Utilizzi al meglio i tempi ed i locali che hai a disposizione per la tua azione di pastorale giovanile? "Voglio raccomandare a tutti i miei Sacerdoti di formare e organizzare dei gruppi di preghiera, soprattutto tra i giovani, per raccoglierli, dare loro consiglio e guidarli sulla strada del bene...cercate i giovani!" (22/8/88) - La parrocchia deve essere SEMPRE APERTA ai giovani, soprattutto il sabato, la domenica, tutte le sere e durante tutta la notte del sabato. I giovani devono trovare nei locali parrocchiali calorosa accoglienza per la formazione, la preghiera ma anche IL DIVERTIMENTO. Occorre assolutamente offrire loro un'alternativa ai locali dove facilmente finiscono (per farsi accettare dal gruppo) col farsi del male, scassandosi il cervello con alcool e sostanze sconosciute e tossiche, giocando con il proprio corpo come si gioca con la playstation. Occorre poi assolutamente accogliere quei tuoi fratelli e quelle tue sorelle che escono dai locali nelle prime ore del mattino. Questa è una priorità pastorale ASSOLUTA!

E' più che mai necessario infatti non "tagliare fuori" i giovani che frequentano durante la notte discoteche e locali e che quindi poi trascorrono riposando buona parte della Domenica. In particolare proprio la Domenica mattina è più che mai necessario celebrare (almeno nei grandi centri) una S.Messa alle ore 04.00 del mattino (al termine la veglia di preghiera) per offrire ai giovani che in quell'ora escono dalle discoteche l'opportunità di parteciparvi. Quale significato grande e gradito a Dio ha questa nuova "Messa prima"! Se il tuo cuore ama, soffre e patisce per i giovani come ama, soffre e patisce quello di Gesù e Maria non considererai questa iniziativa sciocca od eccessiva ma la riterrai indispensabile.

Anche se fossi malato, anche se non avessi alcun/a animatore/trice con cui distribuire il lavoro e condividere la preghiera e dovessi vegliare da solo tutta la notte, anche se i giovani avessero già provocato furti e danni, DEVI LASCIARE LA TUA CHIESA APERTA! In questo tempo così grave e decisivo il Signore non ammette scuse per non agire subito in aiuto di questi fratelli in pericolo (Eb.12,12). Ogni ritardo, ogni atteggiamento dettato dalla pigrizia o dalla paura o dalla falsa prudenza, viene considerato un grave peccato di omissione pastorale. Tutto questo vale evidentemente non solo per le parrocchie ma anche per i santuari e per tutti gli istituti religiosi compresi quelli "di clausura". Vescovi e Superiori/e diano per primi il buon esempio!

Hai deluso o emarginato qualcuno? Qualcuno non ha trovato in te il volto sorridente e amoroso di Cristo? Ricordati che tanto è grande la debolezza, la miseria, la sofferenza di tuo fratello, tanto maggiore deve essere la premura amorosa della tua accoglienza (Mt.5,42; 11,28). La tua porta è sempre aperta? Le persone anziane e/o sole possono quotidianamente passare qualche ora insieme per tenersi compagnia nei locali della parrocchia o non dai loro questa preziosa opportunità? Hai respinto qualcuno? Qualcuno non viene più in Chiesa per tua responsabilità? (Rm.14,13)

Sei orgoglioso/a? Se qualcuno ti fa un'osservazione o ti corregge in qualcosa ti risenti? Ti offendi? Se qualcuno si è sentito offeso, escluso, ignorato o maltrattato a causa del tuo comportamento devi andare da lui/lei e riconciliarti. Spetta a te (che sei guida ed esempio della comunità) fare il primo passo. Ricordati che non puoi celebrare degnamente la S.Messa se non hai compiuto ogni sforzo per riconciliarti con tutti. Ogni divisione, ogni rancore, rivalità, maldicenza che serpeggia nella tua comunità rappresenta una ferita al Corpo di Cristo.

Ti ritieni esonerato dal servire la comunità nei lavori umili e faticosi? Trovi delle scuse per non fare lavori manuali? La testimonianza del pratico servizio (pulizie, trasporti, lavori vari) è luminosa testimonianza di Fede come quella dell'annuncio della Parola e della Preghiera. Fatti trovare qualche volta con la scopa in mano, la spesa per i poveri. la tuta sporca di vernice... La tua tuta da lavoro ha il medesimo valore pastorale dei tuoi sacri paramenti.

Sai valorizzare, nella tua comunità, i carismi e i talenti di tutti? Lo Spirito Santo ha distribuito tra i tuoi parrocchiani doni straordinari. Se saprai trovarli, riconoscerli e valorizzarli la tua Comunità rifiorirà nella Fede. Sai condividere con i tuoi confratelli Sacerdoti, con i Diaconi, i catechisti e i laici la responsabilità del tuo mandato o sei colpito dalla gelosia o dall'invidia? (Fil.2,3) - Ricordati che Satana cerca continuamente di indurti alla gelosia ed alla invidia verso coloro che collaborano con te! (Quanti cadono vittima di questi peccati! Quanti, accecati dalla invidia, preferiscono che non venga fatto alcun lavoro pastorale, piuttosto che questo venga fatto dai diaconi o dai laici, piuttosto che vedere tributare loro affetto, stima e apprezzamento!)

Sai delegare i compiti pratici che appesantiscono la tua missione pastorale o sei un accentratore? Qualcuna delle anime a te affidate, forse malata o sola, ha atteso invano, nella sua casa o in ospedale o in casa di riposo, una tua visita e attraverso di te la luce della Parola di Dio, il conforto della S.Confessione, la Grazia dell'Eucaristia? Qualcuno dei tuoi parrocchiani è morto senza averti avuto al suo capezzale? Sei anche tu tra coloro che trascurano vergognosamente la "pastorale dei morenti?"

Vai a visitare, almeno settimanalmente, i malati della parrocchia? Dopo la S.Messa questo è il tuo impegno più importante. Puoi saltare un pasto, tralasciare il tuo riposo ma non puoi mai e in nessun caso trascurare la visita ai malati!

Quante anime del tuo gregge sono lontane, disperse e smarrite? - "Non indugiate, figlioli, ma dite con tutto il cuore: desidero aiutare Gesù e Maria affinchè quanti più fratelli e sorelle possibile, conoscano la via della santità" (25/10/03). Come il "Buon Pastore" vai a cercarle con coraggio, o forse aspetti che loro vengano da te? - "I Sacerdoti dovrebbero far visita alle famiglie, soprattutto a quelle che non vivono più la Fede e che hanno dimenticato Dio. Dovrebbero portare il Vangelo e insegnare a pregare" (30/5/84). Visiti (o inviti alla tua tavola) le famiglie e le coppie in difficoltà? Affronti di persona i casi più difficili o preferici far finta di non sapere per evitare seccature?

Cosa fai per scongiurare le crisi familiari, le separazioni ed i divorzi? Ti "fai prossimo" alle angoscie e talvolta alla disperazione di tanti coniugi che non per loro volontà subiscono il ripudio e la separazione o li lasci soli? Come conduci la preparazione spirituale degli sposi? Hai celebrato dei matrimoni anche quando sapevi di una insufficienza grave della Fede o di una grave immaturità umana? Come segui il cammino delle giovani coppie? Sei attento e vicino nelle loro difficoltà?

"Date amore alla gente" (22/2/88).

Utilizzi tutti gli strumenti spirituali che la Chiesa ti affida? Ricorda che la "BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE E DELLE CASE" è uno strumento efficace ed essenziale della tua azione pastorale. Non puoi ometterlo o trascuralo. Nella "benedizione delle famiglie e delle case" il Sacerdote o il Diacono incarna Gesù che va in cerca della "pecora perduta" per ritrovarla, per curarla, per guarirla e ricondurla al sicuro. Quante volte Maria insiste nel sottolineare l'importanza della "Benedizione Sacerdotale"! La "Benedizione" deve essere offerta a tutti e durante tutto l'anno. E' importante che nella visita alle famiglie la "Benedizione" sia preceduta dalla recita di un mistero del S.Rosario fatta con i componenti della famiglia stessa e dall'opportunità del colloquio e della S.Confessione. E' importante inoltre che oltre alla "Benedizione" generale della casa e della famiglia, venga anche benedetto un oggetto sacro particolare (immagine, croce, rosario), che rimanga sempre esposto.

Sei disposto/a a patire qualsiasi sacrificio per salvare coloro che ti sono stati affidati? (Zc.11,17) - Sai davvero dire ogni giorno come Gesù: "Per queste pecore io do la vita" (Gv.10,15). Quante persone, in questo ultimo mese, si sono convertite o almeno avvicinate alla Fede, indotte dalla tua parola e dal tuo amore di apostolo e di pastore? Riesci a comunicare la gioia della Fede o sei talvolta freddo/a, triste e chiuso/a in te stesso/a? La tua porta è sempre aperta? E il tuo cuore? Il tuo rapporto con Gesù si misura, particolarmente in questo tempo, con la tua capacità di rispondere alla chiamata di Maria. Perchè sono così pochi i Sacerdoti ed i Vescovi che accettano i suoi messaggi? Tu li accetti? Li metti in pratica? - "Cari miei figli Sacerdoti! Io sono vostra Madre, voi siete i miei figli ed Io vi amo tutti!" (4/7/01)

Confrontati ogni giorno con ciò che Gesù un giorno potrebbe dirti!

"Ero vicino a te, ultimo tra gli ultimi della tua parrocchia o comunità e tu non hai saputo riconoscermi. Ero solo e malato e tu non sei venuto a confortarmi con la Parola di Dio ed i S.Sacramenti. Ero giovane, anziano, disperato, straniero e tu non mi hai accolto. Ero disabile ed incapace e tu mi hai lasciato ai margini. Ero schiavo della ricchezza e dei piaceri e tu non sei venuto ad ammonirmi. Ero nell'errore e tu non sei venuto ad istruirmi. Ero morente e ti ho atteso invano. Ero nella prova e tu non sei venuto a sostenerla con me. Ero nell'Eucaristia che tu consacravi ogni giorno ma non sentivo il tuo amore per me. Ero nella Parola che leggevi ogni giorno e che non lasciavi più entrare nel tuo cuore inaridito. Ero nel peccato e tu non sei venuto a cercarmi per offrirmi il perdono di Dio. Ero lontano dalla Fede e tu con il tuo distacco, con la tua freddezza non hai saputo farmi ricredere. Ero solo in fondo alla tua Chiesa e tu non sei venuto ad accogliermi. Ero desideroso di trovare in Chiesa una speranza ma ho trovato la tua Chiesa chiusa come il tuo cuore. Dove eri andato? Vai lontano da me servo infedele!" (cf. Mt.25,31-46).

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NON LO AVETE FATTO A ME (Mt.25,31-46)
I peccati di omissione

Saremo giudicati sull'amore che non abbiamo saputo donare e sulla felicità che non abbiamo saputo vivere. Il più grave peccato di omissione e proprio questo: tutte le volte che non abbiamo voluto essere felici, quando avevamo tutto per esserlo (tutto secondo Dio, non secondo il mondo). Il peccato ci ha confuso, accecato e non ci ha permesso di apprezzare gli enormi tesori che erano nelle nostre mani e così accecati, abbiamo rifiutato l'amore, la gioia e scelto la tristezza e il buio delle nostre stupide idolatrie.

"Imparate a vedere Gesù in ogni persona" (5/8/86).

Per vedere Gesù nei fratelli sofferenti dobbiamo avere gli occhi aperti, non solo quelli del corpo ma soprattutto quelli del cuore. Il peccato ha ricoperto i nostri occhi di egoismo e indifferenza e ci ha reso ciechi e incapaci di scoprire nello sguardo dei fratelli le lacrime del Signore. Il peccato, impedendoci di riconoscere nei fratelli Gesù sofferente, ci preclude la Salvezza (Mt.25,44-46). Dio, attraverso il dono dello Spirito Santo, può guarire la nostra cecità e farci tornare a vedere e ad amare. Per rendere operante in noi questa guarigione dobbiamo "confessarci", "comunicarci" e pregare molto. Se così faremo i nostri occhi si apriranno e torneremo ad essere in grado di vedere le vere necessità del nostro prossimo, condizione prima per poterlo amare efficacemente.

Quante volte ci accorgiamo delle necessità e dei drammi del nostro prossimo troppo tardi, quando non si può più far altro che piangere, quando il dolore ha già prodotto un esito grave, talvolta irreparabile. Preghiamo il Signore affinchè gli occhi del nostro cuore si aprano e ci permettano di "vedere", "capire" in tempo le necessità di chi ci sta accanto. Tra coloro che conosciamo, nessuno rimanga solo nel dolore senza il nostro amore!

Il giudizio infatti non consisterà sul conteggio aritmetico dei nostri peccati ma sulla misura del nostro amore verso il prossimo sofferente. "Vi invito ad essere amore dove c'è odio e cibo dove c'è fame" (25/9/04). Se avremo amato, servito, aiutato, soccorso il nostro prossimo, cominciando dai nostri familiari (1Tm.5,8), saremo salvati. Se saremo stati egoisti, chiusi e indifferenti alle necessità degl'altri, saremo condannati alla perdizione.

"Desidero che il primo dei vostri propositi
sia aiutare le persone che soffrono" (15/3/90).

I peccati di omissione sono quelli che più trascuriamo, mentre sono i più importanti e gravi (Gc.4,17). "Non desidero che la vostra vita trascorra piena solo di parole, ma glorificate Dio con le opere" (25/4/91). Il Signore ci chiederà conto dell'uso che abbiamo fatto dei doni e delle "Grazie" che ci ha dato (Mt.25,14-30) ma anche di quelli che voleva darci e non ci ha dato perchè noi non li abbiamo chiesti.

Il più grande peccato di omissione infatti, che tutti compiamo, è quello di non chiedere a Dio nella preghiera le "Grazie" che ci sono necessarie nei nostri diversi "stati di vita". Ci lamentiamo continuamente di fronte alle difficoltà ma non chiediamo a Dio i mezzi per superarle. Questa nostra richiesta a Dio non serve certo a Lui che perfettamente conosce i nostri bisogni ma serve a noi per renderci consapevoli che, senza ricevere i continui benefici della Sua Grazia, da soli non possiamo fare nulla (Gv.15,5; 16,24).

Ogni giorno, ogni notte buttata via, ogni ora sprecata, ogni stanza lasciata vuota, ogni bene materiale lasciato inutilizzato, ogni competenza utile e non condivisa, ogni somma di denaro non spesa per il bene costituisce il terreno avvelenato in cui i nostri peccati di omissione nascono, crescono e soffocano l'anima nostra e della nostra Chiesa. Il dovere non compiuto (cioè il lavoro, lo studio non fatto o fatto malamente) fanno parte dei peccati di omissione e sono i mattoni con cui costruiamo la nostra prigione.

Dovremo inoltre rendere conto a Dio di tutto il tempo sprecato, del denaro sprecato, delle molte opportunità di bene che non abbiamo voluto cogliere a causa della nostra codardia, della nostra durezza di cuore, della nostra ignavia, della nostra avarizia, della nostra pigrizia. Dovremo rendere conto per tutto il nostro "freddo distacco", per i nostri silenzi pesanti, per tutto l'amore non dato, per i nostri sorrisi spenti, per i baci non dati, per gli abbracci che sono rimasti chiusi nelle nostre braccia e nelle nostre mani (Pr.19,17; Lc.7,36-38; 10,25-37).

Sono inoltre peccati di omissione le migliaia ore passate in un ossessivo "intrattenimento" davanti alla TV, passate in "chat" e in tutto il mondo "virtuale". Le ore passate nella cura eccessiva dei nostri "hobby" e del nostro corpo, nelle inutili, interminabili conversazioni basate spesso solo sulla autocommiserazione o sulla maldicenza, le serate o le nottate passate "cazzeggiando" in giro, sperando di rimorchiare, bevendo troppo e perdendo soldi, sonno, salute e dignità.

I peccati di omissione ti inaridiscono, ti svuotano dal di dentro, ti segregano nella prigione buia del "non significato". I peccati di omissione sono generati dal "vizio capitale" dell'accidia (vedi: vizi capitali).

Nell'esame dei peccati di omissione, la Chiesa ci viene in soccorso indicandoci, nelle 7 Opere di Misericordia Corporale e Spirituale, i grandi ambiti in cui possono essere avvenuti i nostri peccati di omissiome. Esaminti su ciascuna di esse.

"Vi invito a cominciare a fare
opere d'amore e di Misericordia" (25/3/87).

"Vi invito a fare opere di Misericordia
con amore e per amore" (25/11/90).

"Vi invito a vedere chi ha bisogno
del vostro aiuto spirituale e materiale" (25/7/97).


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Le 7 Opere di Misericordia Corporale:

1) Dare da mangiare agli affamati.
2) Dare da bere agli assetati.
3) Vestire gli ignudi.
4) Alloggiare i profughi e i pellegrini.
5) Visitare i malati.
6) Visitare i carcerati.
7) Seppellire i morti.

Cosidera gli avvenimenti della tua vita quotidiana alla luce del dono del denaro e del tempo che Dio ti ha fatto dal giorno dell'ultima Confessione. Considera le cose inutili che hai voluto aquistare per il tuo piacere, i beni che non hai voluto vendere a vantaggio dei poveri, a causa dei tuoi sciocchi attaccamenti. Come può Dio aiutarti se tu non aiuti con i tuoi beni e i tuoi soldi i tuoi fratelli più poveri?

Considera tutto il tempo che hai passato davanti alla televisione, tutto il tempo che hai investito per i tuoi hobby e i tuoi divertimenti, e considera la grande consolazione che avrebbe prodotto questo tempo se fosse stato, anche solo in parte, dedicato ai tuoi familiari, ai ragazzi abbandonati a se stessi, alla visita a qualche persona anziana, sola, ammalata o in carcere. "Scegliete un giorno alla settimana e dedicatelo ai poveri e agli ammalati: non dimenticateli!" (23/1/84)


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Le 7 Opere di Misericordia Spirituale:

1) Consigliare i dubbiosi.
2) Insegnare agli ignoranti.
3) Ammonire i peccatori.
4) Consolare gli afflitti.
5) Perdonare le offese ricevute.
6) Sopportare le persone moleste.
7) Pregare per i vivi e per i morti.


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1;2- Consigliare i dubbiosi; insegnare agl'ignoranti:

Considera tutte le occasioni in cui dovevi intervenire nei riguardi dei fratelli per consigliarli verso il bene, per spiegare loro la verità della Fede (Ef.6,19), per ammonirli e correggerli nei riguardi dei peccati in cui li vedevi cadere, per consolare le loro pene e, invece di farlo, pur vedendoli a terra feriti e sanguinanti nella loro anima, hai taciuto, sei passato oltre come il levita, hai evitato di esporti, e come Pilato, te ne sei lavato le mani (1Ts.5,14; Gal.6,1). "I colloqui con le persone siano per voi una occasione per avvicinare tutti maggiormente a Gesù. Non permettete che vada perduto neanche un minuto" (4/3/88).

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3- Ammonire i peccatori:

Considera soprattutto il dovere dell'ammonizione (Ez.33,8) e della correzione fraterna (Mt.18,15). Essa non è un giudizio verso il fratello che vedi sbagliare, ma un grandissimo atto di amore volto a metterlo in guardia verso una tentazione o un peccato (Gal.6,1; 1Tm.5,25; Gc.5,20). Ma qual'è la differenza tra ammonizione e giudizio? Il giudizio è un peccato frutto della superbia che si esprime allo scopo di affermare se stessi criticando e danneggiando qualcuno (Gc.4,11). L'ammonizione e correzione fraterna invece, è un frutto dell'amore (Lv.19,17) e si esprime per aiutare un/a fratello/sorella a comprendere un pericolo. Nel giudizio ti sostituisci a Dio, individuando nel fratello o nella sorella una colpa. Nell'ammonizione inviti il/la fratello/sorella ad aprire gl'occhi su un comportamento che ritieni dannoso per la sua anima perchè non conforme all'amore (Pr.29,1; 1Ts.5,14). Il giudizio condanna e allontana da te il fratello, l'ammonizione e la correzione fraterna aiuta, avvicina e salva (Pr.10,10; 12,1; 15,12; 15,32).

Prima di correggere e ammonire prega affinchè le tue parole siano accolte con disponibilità e apertura di cuore e non prese come un giudizio, una critica gratuita, un'offesa. "Quando vi accorgete che una persona ha commesso un peccato, non ditele subito che ha sbagliato, ma inginocchiatevi davanti alla croce e pregate per lei" (4/2/86).

Dopo aver a lungo pregato, abbi il coraggio di correggere con forza, prima privatamente e poi pubblicamente (Mt.18,15-17), anche chi è sopra di te, senza riguardi e preferenze per nessuno (1Tm.5,20-21), anche chi ha su di te autorità e potere (Gal.2,11). Se poi questa correzione non sarà accolta come atto di amore ma come offesa, come ingerenza indebita, come critica malevola, e susciterà contro di te, irritazione, odio, calunnie o vendette (Gv.7,7; Sal.119,51), sappi sopportarle con pazienza (Rm.12,14; 1Ts.3,3).

Non comportarti in modo servile e pilatesco verso chi ha il potere per assicurarti il suo favore e fare carriera (Pr.28,23). Il/la "carrierista" sa bene che se vuole ottenere al nomina, la promozione desiderata non deve mai correggere il fratello o la sorella che sono sopra di lui/lei, colui/colei che ha potere su ciò che tanto attende e spera. Il carrierista otterrà così onori e potere ma, se non si ravvede, perderà la sua anima. Si salverà piuttosto chi ha percorso la scomoda via della verità e della persecuzione. Se accetti di dire le "verità scomode" sarai scartato dagli uomini ma premiato da Dio.

Impara da Gesù che per amore della verità non aveva alcun falso rispetto umano (Mt.22,16; Col.3,25). Non tacere (2Cor.4,13) per opportunità e convenienza di fronte a chi è più in alto di te. Se invece il tuo scopo non è salvare la tua anima ma soddisfare la tua superbia, allora tacere, adulare e servire il potente ti servirà ad ottenere onore e potere in questo mondo ma perderai Dio (Lc.4,6).

Anche nella Chiesa sei chiamato/a ad esercitare il dovere evangelico della correzione fraterna. Anche nella Chiesa non devi tacere ma correggere il fratello, la sorella che è nell'errore, anche se è al di sopra di te, anche se si tratta del/la tuo/a Superiore/a, del Vescovo o del Papa. La tua fedeltà alla Parola di Cristo deve farti vincere ogni timore e prevalere su tutto. Più è elevata la responsabilità ecclesiale di chi è nell'errore più deve essere forte la tua preghiera, fermo il tuo ammonimento, chiara la tua correzione. Più sarà elevato il potere di chi correggerai più dovrai forse sopportare emarginazione e sofferenze (1Cor.4,10; Gal.4,16; 1Ts.2,16; 2Tm.3,12; Gc.5,10). Accettale con pazienza e coraggio! (cf.:Am.5,10; Sal.119.141; Lc.11,49; Gv.16,2; 2Ts.1,5).

Mentre compirai la Volontà di Dio non sarai probabilmente ringraziato ma sarai forse accusato dai tuoi stessi fratelli di essere un demonio (Mt.10,25) e diranno anche di te: "E' pazzo, non ragiona. Perchè state a sentirlo?" (Gv.10,20). Sopporta con amore! Pensa a Gesù che ha pagato con la croce il prezzo della verità! (cf.:Sap.3,1-6; Mt.26,64) - Pensa alle calunnie e all'emarginazione subita nella Chiesa da Paolo per aver detto di fronte a tutti la verità! (cf.:2Cor.6,8-10)

"Dai vostri cuori sgorghi una fonte d'amore
per quelli che vi odiano e vi disprezzano" (25/11/91).

"Rimprovera, raccomanda, incoraggia!" (2Tm.4,2).

Impara a pagare nella Chiesa il prezzo delle "scomode verità"! Se per convenienza rinuncerai ad esse e ti accoderai al coro degli adulatori, sarai certo apprezzato da chi ha il potere e farai carriera, perderai però la libertà e l'eredità del "Figlio" e ti conformerai alla condizione dello schiavo (Mt.5,37; Gv.8,32).

"Quando qualcuno vi procura delle difficoltà non cercate
di difendervi ma pittosto pregate" (21/4/82).

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4- Consolare gli afflitti:

Il compito del discepolo di Gesù è quello di portare aiuto, speranza, fiducia, consolazione e gioia. Consolare chi soffre vuol dire asciugare le lacrime dei suoi occhi e del suo cuore, ed è la prima esigenza dell'amore (2Cor.1,4). Tutti gli uomini oggi sono afflitti da molti mali. Nei paesi ricchi sono afflitti dalla angoscia che viene dalla solitudine e dal senso di vuoto che producono la schiavitù dei piaceri e dei consumi. In quelli poveri sono afflitti dalla angoscia causata dalla miseria e dalla guerra. "Consolare gli afflitti" vuol dire abbracciare con l'amore di Gesù tutti gli uomini che soffrono. Vuol dire essere i gioiosi portatori dell'amore che aiuta, cura, guarisce, salva.

Non aspettare che ti venga chiesto aiuto. Sappi che molti pur essendo in una profonda sofferenza non hanno il coraggio di chiedere aiuto. Sono spesso coloro che rimangono vittime dei casi più disperati. Occorre PREVENIRE i momenti di scoraggiamento e di angoscia con la "VIGILANZA DELL'AMORE!"

Questo vuol dire: occhi, orecchi e CUORE APERTO!

Ogni cristiano, ogni comunità parrocchiale deve esercitare una amorosa vigilanza, una scrupolosa attenzione verso le persone più fragili ed esposte al pericolo dello sconforto e della disperazione.

Massima attenzione soprattutto verso:
1) - adolescenti e giovani soli ed introversi;
2) - figli di coppie separate;
3) - malati ed anziani soli;
4) - giovani madri;
5) - familiari di psicotici e disabili mentali;
6) - persone affette da depressione;
7) - coniugi separati e vedovi/e;
8) - padri disoccupati;
9) - carcerati;
10) - immigrati/e sfruttati/e e poveri/e.

La credibilità della Fede personale e comunitaria verrà misurata dal Signore sull'amore rivolto a queste persone. Se le lasceremo sole con i loro dolori, le loro paure, le loro difficoltà lo sguardo del Signore si distoglierà dal nostro volto e la sua Grazia ci lascierà. Le nostre liturgie, le nostre parole non serviranno a salvarci se non apriamo, se non spalanchiamo il nostro cuore alla carità!

Maria ci spiega che la carità e la preghiera sono i due volti dell'amore e devono coesistere e crescere insieme. Ecco allora che nelle parrocchie i gruppi che si occupano di carità devono diventare anche gruppi di preghiera ed i gruppi di preghiera devono aprirsi alla carità.

Non manchi mai in ogni comunità il "fondo utenze e affitti" destinato al pagamento delle bollette arretrate ed alle emergenze economiche delle persone più povere e il "gruppo di sostegno scolastico" volto ad aiutare gli studenti in difficoltà.

Nessuno deve allontanarsi nella tristezza dopo averci incontrato. Molte persone che vediamo ogni giorno, hanno nel cuore un dolore, un'afflizione che può essere consolata. A tutti dobbiamo donare con amore la nostra attenzione, il nostro sorriso ed il nostro aiuto. Per uno sarà un aiuto economico, per un altro un consiglio, per un altro il tempo necessario per essere ascoltato, per un altro un insegnamento di Fede, per un altro una preghiera insieme, per un altro un bacio o una carezza. Ad ogni forma di dolore ed afflizione Dio ci manda per portare il Suo Amore. Lo abbiamo fatto o abbiamo preferito far finta di non vedere? (Lc.10,31)

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5- Perdonare le offese ricevute:

Considera poi tutte le volte che non hai perdonato (Sir.28,2). Se non perdoni ti metti fuori dalla via della Salvezza, chiudi la porta che ti porta a Dio (Mt.5,23-26). Pensa a quando non hai accettato con umiltà e gratitudine la correzione che ti veniva rivolta (Qo.7,5; Eb.12,8-11), a tutte le volte che non hai tollerato i limiti dei tuoi fratelli e hai serbato rancore e desiderio di vendetta (Pr.24,29).

Il rancore che cova nel tuo cuore è una barriera che satana ha costruito dentro di te per ostruire l'ingresso allo Spirito Santo. Non odiare chi ti ha fatto del male ma prega per lui e, se te lo chiede, donagli il tuo perdono. Se ami solo chi ti ama, che merito hai? Guarisci le lacerazioni, risolvi le incomprensioni, riannoda i rapporti interrotti. Rispondi al male con il bene. Se il tuo cuore guarirà dai suoi rancori e saprai perdonare, Dio prenderà esempio da te e perdonerà i tuoi peccati (Mc.11,25).

"Vi esorto all'amore verso il prossimo e soprattutto
all'amore verso chi vi procura del male" (7/11/85).

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6- Sopportare le persone moleste:

Pensa ai grandissimi meriti di Carità che si raccolgono nel tesoro della tua Anima, ogni volta che sopporti chi è vicino a te e ti procura, a causa della sua salute, del suo cattivo carattere, del suo egoismo, sofferenze, fatiche e fastidi di ogni genere (Col.3,13). Forse non ti rendi adeguatamente conto della grandezza dei frutti di santità rappresentati dalla accettazione amorosa del tuo difficile marito, della tua difficile moglie, dei tuoi figli chiusi e scontrosi, dei tuoi genitori pesanti e noiosi, dei tuoi colleghi opportunisti, dei tuoi capi ingiusti, dei tuoi vicini di casa rumorosi e disordinati (Lam.3,30; Mt.5,39).

Sei chiamato/a ad amare tutti anche le persone più difficili da amare. Anche chi, a causa dei suoi peccati o delle ferite causate da peccati di altri, risponde al tuo amore con indifferenza o addirittura con irritazione. Lo Spirito Santo nella preghiera ti suggerirà anche in questi difficili casi la migliore strategia di amore per arrivare a toccare il loro cuore.

"Pregate e potrete accettare gli altri
con amore e perdonare tutti" (25/9/97).

Esercitandoti ad amare le persone più "difficili" alleni il tuo cuore all'amore "assoluto" (l'amore perfetto, dono dello Spirito Santo). Sarai così in grado di obbedire al comando più difficile che Gesù ci ha dato. Al comando che, se eseguito, attesta inconfutabilmente l'avvenuta tua conversione: l'amore per i nemici (Mt.5,44). Lo Spirito Santo ti vuole infatti donare lo stesso amore che ha avuto Gesù sulla croce nei confronti dei suoi aguzzini (Lc.23,34). Ti insegnerà dapprima ad non odiare chi ti odia, poi a non desiderare rivalse o vendette, poi a perdonare, poi ad amare rispondendo al male con il bene, all'odio con l'amore.

"Che il bene superi il male" (25/7/95).

"Sgorghi dai vostri cuori una fonte d'amore su ogni
uomo anche su quelli che vi disprezzano" (25/11/91).

Se i nostri doveri ci impongono di frequentare le persone che ci sono avverse, che ci hanno fatto del male, non dobbiamo "scappare" ma dobbiamo sostenere la loro presenza con la forza dell'Amore di Dio (la nostra forza umana sarebbe del tutto insufficiente). La S.Eucaristia quotidiana ci darà questa forza.

"Amate soprattutto coloro che vi provocano!" (6/11/85)

Non sei però chiamato/a ad esercitare la tua capacità di accettazione ed il tuo spirito di sacrificio oltrepassando i limiti del rispetto della tua identità, libertà e dignità. L'amore verso il prossimo e quello verso te stesso/a infatti devono procedere, secondo il comando di Gesù, in modo equilibrato. Sei chiamato/a a donare la vita per il tuo prossimo ma non a lasciartela distruggere con la violenza. Lo Spirito Santo ti darà la capacità di capire ciò che devi o non devi fare e la forza necessaria per sostenere la croce che sei personalmente chiamato/a a sostenere (Mt.22,39).

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7- Pregare per i vivi e per i morti:

La preghiera dona perfetto compimento alla tua carità e rende così perfetto l'amore. La tua preghiera, attraverso la materna intercessione di Maria, consola, sostiene, converte i vivi ed abbrevia il tempo della purificazione per i morti in attesa del Paradiso. Gesù vieta il pagano "culto dei morti" (Mt.8,22), vieta cioè qualsiasi forma di ritualità funeraria (cerimonie, elogi, statue, mausolei) che non sia la preghiera: la preghiera "di suffragio" per le anime purganti che sono in Purgatorio (e che non possono più pregare) e la preghiera "nella comunione dei Santi" che si compie unitamente alle anime del Paradiso. Per le anime dannate la preghiera non solo è inutile ma costituisce "sacrilegio", cioè offesa a Dio ed alla sua Divina Giustizia.

 

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VOI SIETE TUTTI FRATELLI (Mt.23,8)
I peccati contro la fraternità e la giustizia

Valuta ora le tue mancanze contro la giustizia e la fraternità (Es.20,15-16; Is.51,8; Lc.14,10-11). Esaminati su come concepisci e usi il denaro (vedi: pagina terza - avarizia - Fede ed uso del denaro). Hai trattato ingiustamente qualcuno? Hai commesso frodi? Hai detto volutamente cose non vere per indurre qualcuno a fare ciò che desideravi? Hai corrotto qualcuno? Ti sei lasciato corrompere? Hai fatto preferenze per tuo tornaconto? Hai avallato favoritismi, privilegi, raccomandazioni? Hai rubato, nascosto, sottratto denaro altrui? Hai omesso di fare, per tua convenienza, ciò che era tuo preciso dovere di fare? Hai sperperato denaro pubblico? Esaminati con attenzione su questi "grandi" peccati contro la giustizia e, subito dopo, esaminati sui comportamenti ingiusti più piccoli che ritierni "veniali" perchè "lo fanno tutti" ma veniali non lo sono affatto.

Sono quegl'atti di ingiustizia che spesso passano inosservati al vaglio della tua coscienza ma che rappresentano veri peccati gravi che avvelenano la vita quotidiana tua e dei tuoi fratelli. Sembrano poca cosa ma in realtà seminano rabbia, sfiducia, tensione, aggressività. Hai sopravanzato qualcuno in una "lista di attesa", in una "graduatoria"? Considera che è cosa grave agli occhi dell'Altissimo occupare un "posto" che spettava ad un tuo fratello. E' sempre una grave offesa allo spirito di fraternità che ti deve guidare. Questo assume particolare gravità nell'ambito delle cure mediche, dei ricoveri in ospedale. Pensi che il Signore ti guarisca più rapidamente, dopo aver commesso un atto di ingiustizia?

Dio ti vuole "giusto" sempre , in ogni occasione anche e soprattutto nei comuni gesti quotidiani. Hai "rubato" il posteggio? Hai "fatto il furbo" nel traffico trasgredendo il codice per superare in modo scorretto una "coda"? Sei "passato avanti" a qualcuno all'ufficio postale o dal tuo negoziante? Non giustificarti mai con la fretta. La fretta è spesso causata solo dalla tua pigrizia, dalla tua poca fiducia in Dio.

Non devi mai avere fretta perchè la fretta ti genera ansia e agitazione e l'agitazione ti fa perdere il senso del rispetto per gli altri. Se sei in ritardo fermati, dì una preghiera, affida a Dio il tuo ritardo e poi vai, con calma, senza perdere tempo ma anche senza agitazione e vedrai che Dio farà in modo che tu riesca a fare bene ogni cosa. Ricordati che la pratica della giustizia comincia dalle cose che a noi paiono piccole ma per il Signore sono invece importanti perchè ci "educano" passo passo all'amore dei fratelli (Lc.16,10).



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DALLO SPIRITO NASCE SPIRITO (Gv.3,6)
Ipocrisia e ricchezza

La signoria di Cristo che nasce dalla adesione alla sua Parola e dal dono dello Spirito Santo ti costituisce come Figlio di Dio, relizzando in te l'opera della Redenzione. Questo immenso tesoro è però contenuto come in vasi di terra (2Cor.4,7) a causa della nostra fragilità. L'adesione a Cristo è continuamente minacciata dai desideri del mondo: "dai piaceri della ricchezza e da tante altre passioni" (Mc.4,19). L'illusione della ricchezza e l'inganno dell'ipocrisia meritano, nel tuo esame di coscienza, una particolare attenzione. Nella Scrittura, sono proprio i ricchi e gli ipocriti a resistere più tenacemente alla Parola di Dio. La signoria della ricchezza è incompatibile con la signoria di Dio (Mt.6,24), e "l'amore per i soldi è la radice di tutti i mali" (1Tim.6,10). La falsità dell'ipocrisia come può evitare la Sua condanna? (Mt.23,33)

Esamina con attenzione il tuo attaccamento alle cose che hai, alle persone con cui vivi, al ruolo che ricopri, alle comodità di cui ora puoi godere e chiediti con sincerità se, per il Signore, saresti disposto a rinunciare a tutto per seguirlo. "Chiedetevi: sono pronto a lasciare ogni cosa e a seguire senza riserve la Volontà di Dio?" (6/6/87) Esamina poi, i segni della tua (ti auguro eventuale) ipocrisia, le cose che fai solo quando sei visto, solo per curare la tua immagine, solo per catturare il consenso e il favore degl'altri. Chiediti con sincerità se, per il Signore, saresti disposto a perdere questo consenso e questo credito che per la tua vanagloria, hai accumulato.


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NEL SUO CUORE, HA GIA' PECCATO (Mt.5,28)
I peccati di intenzione, di desiderio e di giudizio

Quando ci giunge una tentazione di commettere il male, e non abbiamo la forza di respingerla con la preghiera, questa si deposita nel nostro cuore e comincia a produrre con forza e continuità il desiderio di compiere quel male. Se non ci accorgiamo di questo e non sradichiamo subito il cattivo desiderio, questo si muta in intenzione, cioè nella consapevole e determinata volontà volta a fare ciò che si desidera. Quando il nostro cattivo desiderio esce dalla sfera della pura emotività e si appropria della determinazione dell'intenzione, cioè guadagna il nostro deliberato consenso ad agire, siamo nel peccato (Nono e Decimo Comandamento). Abbiamo già commesso quel peccato, anche se non abbiamo messo in pratica la nostra intenzione.

Possiamo non aver avuto la concreta opportunità di agire, oppure possiamo non aver agito per la paura di essere visti, scoperti e per il timore della sanzione. Volevamo fare del male, il nostro cuore era già abitato dal compiacimento di esso, non lo abbiamo fatto solo per un calcolo di convenienza, solo perchè non abbiamo potuto farlo impunemente. Nell'esame di coscienza lo Spirito Santo smaschera questi nostri subdoli e gravi peccati e ci permette una completa purificazione, la purificazione dei nostri pensieri e desideri. "Ogni odio e gelosia escano dai vostri pensieri, ma vi sia solo amore" (25/1/1993). Se confessiamo solo le nostre cattive azioni e non confessiamo i nostri cattivi pensieri vuol dire che strappiamo le foglie della mala pianta del peccato ma lasciamo proliferare le radici. "State attenti ad ogni pensiero, a Satana basta un vostro cattivo pensiero per allontanarvi da Dio" (18/8/83).

Ogni giudizio negativo che esprimiamo contro il nostro prossimo con l'intento di infangarne la reputazione e l'immagine è un gravissimo peccato che rende la nostra anima refrattaria alla Grazia di Dio (Mt.7,1-5). Non dobbiamo sostituirci a Dio nel giudizio ma tenere ben distinto il giudizio (che è un male) dalla fraterna correzione e dal dovere del "discernimento spirituale" (che sono un bene), il peccato dal (presunto) peccatore, soprattutto se si tratta di un non-credente (1Cor.4,5; 5,12). Finchè non permettiamo allo Spirito di guarire i nostri sentimenti, i nostri pensieri, i nostri desideri ed i nostri criteri di giudizio scendendo nel fondo del nostro essere, la nostra via di conversione sarà un continuo ed inutile sforzo che combatte solo le conseguenze esterne del peccato ma lascia intatte le sue cause profonde. "Pace nei vostri desideri!" (25/12/94).


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GUARDATE I GIGLI DEL CAMPO! (Mt.6,28)
La nostra responsabilità per la salvezza del pianeta

"Vi invito ad andare nella natura perchè là incontrerete Dio Creatore" (25/10/95). Nel Giudizio, ci verrà chiesto conto di ciò che avremo fatto della natura e dei beni della terra. "Potrete scoprire Dio anche nel più piccolo fiore" (25/4/89). "Attraverso il più piccolo fiore (Dio) vi parla della sua bellezza e della profondità dell'amore con cui vi ha creati" (25/8/99). Con l'inebriante veleno dell'avidità, satana ha portato lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili della terra ad un punto di non-ritorno. "Satana desidera distruggere la natura ed il pianeta su cui vivete" (25/1/91). "La terra è stata profanata dai suoi abitanti" (Is.24,5). "Vi ho condotti in un giardino perchè ne mangiaste i frutti e i prodotti. Ma voi, una volta entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso il mio possesso un abominio" (Ger.2,7).

Il dono meraviglioso della creazione con i suoi mirabili equilibri geofisici e biologici è stato sconvolto e compromesso a causa dei peccati contro il primo, il quinto, il settimo e il decimo Comandamento. Ti sei macchiato anche tu di questi peccati? Hai contribuito in qualche modo con il tuo stile di vita consumistico alla offesa della natura, alla distruzione della vita? Hai sprecato energia elettrica per inutili piaceri o comodità? Ti sforzi, allo scopo di contenere i consumi di energia (prodotta da fonti non rinnovabili e inquinanti) di imparare uno stile di vita più sobrio e rispettoso imparando a sopportare anche il disagio di temperature dell'ambiente in cui vivi o dell'acqua di cui ti servi, non sempre ottimali e gradevoli?

Hai usato l'auto per puro capriccio, anche quando non era strettamente necessario? Hai un'auto di grande potenza con un motore dalle emissioni fortemente inquinanti? Hai usufruito del trasporto aereo anche quando potevi evitarlo? Il trasporto aereo, con quello dei veicoli a motore, è il mezzo in assoluto più inquinante e dannoso per la sopravvivenza del pianeta. Ogni giorno, solo per i voli europei, vengono immessi nella nostra aria attraverso le pericolose "scie chimiche" prodotte dai reattori più di 344.000 tonnellate di CO2, una quantità analoga a quella prodotta dalla eruzione di almeno 20 grossi vulcani, (oltre ad altre sostanze nocive) con gravissimo danno per l'atmosfera e per l'aria che respiriamo. Evita quindi più che puoi, per i tuoi viaggi, il trasporto aereo e preferisci sempre quello ferroviario o via mare. Il Signore benedirà il tuo viaggio e renderà fecondo il tempo della sua durata! Ricorda che il viaggio è un dono spesso più prezioso della meta stessa, è tempo di crescita, tempo di incontro, di conoscenza, di studio e di preghiera.

Hai provocato o favorito l'abbattimento di alberi e la riduzione delle aree verdi? Hai in qualche modo favorito o avallato la speculazione edilizia, la selvaggia cementificazione del territorio? Usi beni di consumo prodotti dall'abbattimento di alberi (come la carta) al di là del necessario? Usi (per quanto ti è possibile) prodotti locali, prodotti nella tua provincia o regione? Sei consapevole che tanto è maggiore la distanza tra il luogo di produzione e quello di consumo di un prodotto tanto più è grande l'inquinamento prodotto dai mezzi utilizzati per il trasporto? Acquisti il più possibile prodotti sfusi (acqua, vino, latte, bevande varie) o contenuti nel vetro?

Sei consapevole che enormi quantità di meterie plastiche derivanti dai rifiuti urbani sono disperse nei mari e sono ormai entrate a far parte della catena alimentare dei biosistemi ittici? L'accumulo in discarica o l'incenerimento dei rifiuti plastici provoca nell'aria e nell'acqua contaminazioni tossiche per milioni di persone nei paesi poveri. Ti sforzi quindi con impegno a evitare o a limitare al massimo l'uso e la dispersione di materie plastiche e di ogni sostanza non biodegradabile? E' importante abolire totalmente l'uso di stoviglie e bottiglie di plastica (usa e getta) anche da tutte le mense collettive (comprese quelle dei centri di accoglienza). La Chiesa deve rifiutare di principio l'uso di oggetti plastici monouso (fatta eccezione solo per gli articoli sanitari). Il lavaggio a mano delle stoviglie tradizionali è un atto teologico, è un bellissimo momento di fraternità, di corresponsabilità e di socializzazione (utilissima per integrare gli ospiti nel tessuto comunitario).

Contieni il consumo di detersivi? Segui con diligenza le normative sullo smaltimento dei coloranti, degli acidi, dei solventi e degli olii esausti? Produci o consumi cibi ottenuti artificialmente, senza rispetto per le leggi naturali della riproduzione biologica e della bio-diversità? Consumi carni o prodotti animali provenienti da allevamenti intensivi dove si praticano procedure non conformi all'etica biologica? Ti sforzi di consumare cibi prodotti con basso impatto ambientale (verdure, frutta, riso, pasta, pesce, carni bianche) e cerchi di limitare quelli prodotti invece con grandi costi ambientali?

Sprechi o inquini l'acqua? Hai danneggiato fonti o falde acquifere? Inquini ruscelli e fiumi? Ti impegni con il massimo scrupolo nella "raccolta differenziata" di vetro, legno, carta, plastica, ferro, pile? Ogni volta che compi un sacrificio o fai uno sforzo volto a tutelare la vita sulla terra compi un atto universale di amore. Ogni volta che compi un atto a danno della natura, compi un peccato grave contro Dio, contro la vita, contro te stesso e contro le nuove generazioni.


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TI DARO' TUTTO SE MI ADORERAI (Mt.4,9)
Tentazioni e lotta spirituale

Nel momento della tentazione a satana è permesso tirare fuori le sue carte, fare la sua accattivante e seducente proposta di vita; una vita colma di averi, di piaceri e di privilegi che si rivela però presto un "culo di sacco", una via senza uscita che ci getta fra le braccia della morte del corpo e dell'anima (Gc.1,12-15). Il maligno sa di avere nel nostro egoismo un alleato e fa la sua offerta: la tua (finta) felicità terrena in cambio della tua amicizia con Dio. "Siate pronti ad ogni prova. Siate pronti a lottare contro satana" (5/2/85). I suggerimenti del maligno sono insistenti e seducenti: "Pensa solo a te stesso/a! Prendi tutto quello che ti piace! Non fermarti di fronte a niente, non avere pietà! Fregatene di tutti! La vita è una sola! Non farti sfuggire nessun piacere! Butta via la tua coscienza e non pensare più a Dio!"

Il maligno ti vuole portare in una realtà di vita senza amore, senza perdono, senza pietà, dove ogni male, ogni violenza è permessa in nome del proprio egoismo. Il suo scopo è semplice: uccidere la tua Anima e privarti della Salvezza eterna. "Non permettete che satana vi trascini via e faccia di voi quello che vuole" (25/1/98). Le tentazioni del peccato e la lotta contro il nostro egoismo sono parte essenziale della nostra vita di Fede. La tentazione infatti non è frutto del peccato (se così fosse, Gesù non sarebbe stato tentato Mt.4,1-11; Eb.2,18), ma il banco di prova della nostra libertà. Chi non avverte la violenza delle tentazioni e non prova dentro di se, lacerazioni e fatiche, non sta vivendo una vera esperienza di Fede. Chi sostiene di aver raggiunto la pace interiore e sostiene di non essere tentato dal male, ne è talmente intriso per cui anche per il maligno risulta difficile proporre tentazioni di peccati ai quali non sia già ampiamente soggetto.

La nostra lotta contro il peccato dura per tutta la vita (Eb.12,4). "Satana è forte e aspetta ciascuno di voi per provarlo" (25/9/87). Tanto più sei vicino/a a Dio, tanto più sarà provata duramente la tua fedeltà. Per qualche tempo sarai privato di ciò che sembra essenziale: la salute essenziale, il denaro necessario, l'affetto indispensabile e vedrai la tua vita spegnersi sotto il peso di queste estreme privazioni. Nel momento di maggiore sofferenza, nell'ora dell'assoluta solitudine, satana ti chiederà: "Guarda in quale condizione ti sei ridotto ascoltando il tuo Dio! Sei ora disposto ad abbandonarlo per adorare me?" - In quel momento dovrai gridare: "Adorerai il Signore Dio tuo, a Lui solo rivolgerai la tua preghiera" (Mt.4,10). Tutti i grandi Santi sono stati tormentati da momenti di terribile tentazione in cui la vittoria è stata riportata utilizzando tutta la loro umana volontà, sostenuta dallo Spirito Santo. Tanto più sei vicino/a a Dio, tanto più ti è facile riconoscere il momento in cui il male attacca e ti tenta, cercando di portarti sulla via della falsa felicità e della finta libertà.

Tanto più sarai vicino/a a Dio tanto meglio saprai resistere e tenere la tua posizione senza cedimenti (Sir.2,1-6), usando le armi invincibili della Grazia: la Preghiera, la Parola di Dio, la Mortificazione, la Grazia dei S.Sacramenti (in particolare di quello della Riconciliazione). Sorveglia te stesso/a! Come senti dentro di te affacciarsi un pensiero cattivo, un sentimento cattivo, il desiderio di dire una parola cattiva o di compiere un'azione cattiva, fermati e prega la "Preghiera allo Spirito Santo" e, se puoi, il S.Rosario e vedrai che la tentazione si allontanerà da te, lasciando spazio, nel tuo cuore, all'amore ed alla pace. Il bene sarà nella tua vita più forte del male a patto che tu lo scelga con totale desiderio e forte volontà nella Preghiera e nella Carità. Se non scegli il bene non lamentarti delle ferite, delle sventure e dei dolori che il male (che tu non hai voluto rifiutare) produrrà!


Preghiera nella lotta spirituale:

"O Dio, il nostro cuore è nel buio profondo: ciononostante è legato al tuo Cuore. Il nostro cuore si dibatte tra Te e satana: non permettere che sia così! Tutte le volte che il nostro cuore è diviso tra il bene e il male, sia illuminato dalla tua luce e ritrovi la sua unità. Non permettere mai che in noi ci siano due amori, che in noi possano coesistere due fedi e che mai possano coabitare in noi: la menzogna e la sincerità, l'amore e l'odio, l'onestà e la disonestà, l'umiltà e l'orgoglio. Innalza a Te il nostro cuore come quello di un bimbo, perchè sia rapito dalla tua pace e ne senta sempre nostalgia. Fà che la tua volontà e il tuo amore trovino dimora in noi, e che almeno qualche volta desideriamo davvero essere figli tuoi. E quando, o Signore, questo desiderio si attenua, vieni in nostro aiuto per ravvivarlo. Ti apriamo le nostre anime perchè siano toccate dalla tua misericordia, che ci aiuterà a vedere chiaramente tutti i nostri peccati, e a capire che ciò che ci rende impuri è il peccato. O Dio, noi desideriamo essere tuoi figli umili e devoti, tuoi figli amati e sinceri, come tu vorresti. O Gesù, fratello nostro, ottieni per noi il perdono del Padre e la grazia di compiere sempre la sua volontà. Aiutaci a vivere con chiarezza ciò che Dio ci dona, perchè talvolta rinunciamo a compiere un'opera buona, quasi temendo che sia un male per noi. Amen." (22/6/85)


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PERCHE' NON GIUDICATE DA SOLI
QUELLO CHE E' GIUSTO FARE? (Lc.12,57)
Come decidere nei conflitti di coscienza

Quando nella tua vita ti trovi di fronte ad una scelta difficile, quando in te si genera un conflitto e non sai quale sia la via giusta da prendere, quando quello che desideri e che ti sembra giusto fare contrasta con ciò le regole e le leggi ti propongono, non puoi che raccoglierti nell'intimo del tuo cuore, aprirti alla Parola di Dio illuminata e contestualizzata per te dallo Spirito Santo. Il giudizio che matura nella tua coscienza è il giudizio di un essere umano che, sebbene illuminato dallo Spirito, non può prescindere dalla sua imperfezione. Solo il giudizio di Dio che Gesù pronuncerà sarà un giudizio perfetto. Puoi rivolgerti alla Chiesa, che ha il potere e il dovere di illuminarti e di intervenire per "sciogliere e legare" i nodi e i capi della corda che stringono e tormentano la tua coscienza. Se la Chiesa non ti soccorre, dopo aver chiesto consiglio a qualche persona di grande Fede ed esperienza, raccogliti in preghiera, leggi la Parola di Dio, prega lo Spirito Santo, digiuna e se puoi "confessati" e nutriti della S.Eucaristia. Dio ti guiderà a comprendere la via del bene che è sempre conforme alla verità e contraria all'ipocrisia.

Lo Spirito non tarderà a mostrare nell'intimo della tua coscienza la via giusta, una via che non ti porterà a soddisfare il tuo egoismo ma ti porterà, pur nel pieno rispetto di te stesso/a, a donare la tua vita per il tuo prossimo nell'amore. La via dell'amore se la guardi dal peccato è una impossibile salita, se la guardi dalla Grazia è una via di gioia. La prova che la decisione che avrai preso è quella giusta sarà rappresentata dai doni dello Spirito: amore, pace, serenità, gioia, desiderio di pregare. La decisione sbagliata, suggerita dal nemico, porterà invece in te: tristezza, ansia, agitazione, aggressività, lontananza da Dio. Giudica sempre l'albero dai suoi frutti (Mt.7,17). Questo è il metodo infallibile che il nostro Divino Maestro ci ha dato per giudicare ogni cosa.

Una volta presa la tua decisione, che ti sembra buona e conforme alla Volontà di Dio, perseguila con umiltà e serenità anche di fronte a critiche e calunnie che certamente ti colpiranno. Se le tue intenzioni sono buone, Dio non ti abbandonerà neppure se la tua scelta si dimostrasse poi sbagliata e ti darà modo e tempo per rimediare.


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UN PECCATO IRREPARABILE (Mc.3,29)
La bestemmia contro lo Spirito Santo

"- Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà mai perdonato, perchè ha commesso un peccato irreparabile-. Gesù disse questo perchè qualcuno aveva detto:-Uno spirito maligno è dentro di lui!-" (Mc.3,29-30). "Chi avrà detto una parola contro lo Spirito Santo non sarà perdonato, nè ora nè mai" (Mt.12,32).


Caro fratello/cara sorella, è necessario, nel tuo esame di coscienza, anche valutare la tua possibilità (ti auguro davvero remota) di commettere il peccato più terribile; quello verso cui non c'è possibilità nè di pentimento, nè di perdono. Non c'è misericordia nè scampo alcuno per chi lo commette. Per quanto remota può essere la possibilità che tu possa cadere in esso, è bene per te averne una sommaria conoscenza. Esso consiste nell'atto consapevole e deliberato (quindi quando non è frutto di ingenuità o ignoranza) della somma mistificazione, della suprema apostasia. Consiste nel confondere cioè Dio con satana, e satana con Dio (considerarli entrambi un'unica entità divina e spirituale, come in talune fedi orientali, è un errore che si pone su un piano diverso).

Questa incommensurabile bestemmia, che ha come scopo il traviamento ontologico delle anime, intende equiparare e rendere irriconoscibili la luce e le tenebre, il bene ed il male, identificando il Divono l'artefice dell'uno, nel malefico autore dell'altro, indirizzando chi ricerca il sommo bene verso il sommo male (Is.5,20). Le bestemmie sono tutte gravi, quelle però, ci dice Gesù, che sono insulti a Dio proferiti per stupidità, o per ignoranza potranno essere perdonate, mentre la bestemmia contro lo Spirito, cioè la consapevole e convinta affermazione che Dio non è buono e non vuole il bene dell'uomo o che un profeta di Dio è un messaggero del diavolo (Lc.11,49), dove noi aderiamo pubblicamente e totalmente al messaggio ingannatore del maligno, non potrà essere perdonata. Questo terribile peccato, si presenta lungo tutta la storia dell'umanità. Iniziato con la falsa promessa sulla immortalità e la divinizzazione dell'uomo, fatta dal serpente sotto l'albero del bene e del male (Gen.3,4-5), terminerà con la fine stessa della storia nella suprema apostasia dell'adorazione dell'anticristo (2Tess.2,4) e col realizzarsi "dell'abominio della desolazione" nel luogo santo (Mt.24,15).


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5) - I FRUTTI DEL PERDONO
Vai e non peccare piu'! (Gv.8,11)

Il Sacramento della Riconciliazione ci fa rinascere (Gv.3,3) a vita nuova (2Cor.5,17). "Eravamo come morti e siamo tornati in vita, eravamo perduti e siamo stati ritrovati"(cfr.Lc.15,32). Il perdono di Dio Padre, meritatoci dalla Croce di Gesù, scende su di noi attraverso l'effusione dello Spirito Santo con l'invocazione efficace del Sacerdote che è in quel momento, Cristo stesso. La S.Confessione è la più straordinaria e sconvolgente esperienza dell' Amore Trinitario per noi. La trasformazione che lo Spirito opera in noi è talmente profonda che ci rende uomini nuovi e trasforma il nostro cuore da cuore di pietra in cuore di carne, capace di vedere attraverso gli occhi dell'amore (Ez.36,26; Ef.4,24). "Cercate da Dio la Grazia della guarigione del vostro cuore, affinchè possiate guardare col cuore Dio e gli uomini" (25/2/00).

Il potere del peccato viene distrutto e le tenebre che ci opprimevano sono dissolte dall'abbraccio amoroso del nostro divino Padre (Ef.2,1-10). La gioia per il nostro ritorno alla vita fa esultare tutto il Paradiso (Lc.15,7) e giunge fino al nostro cuore, colmandolo di letizia. La riacquistata libertà dai lacci di satana, ci dona la pace del cuore e una riconoscente consapevolezza di essere stati salvati per amore. "Quando troverete l'unità con Dio, sentirete la fame per la Sua Parola e il vostro cuore traboccherà di gioia" (25/11/97). La Grazia ritrovata ci permette di riprendere il cammino della nostra vita con coraggio, ma non ci priva della sofferenza e della Croce.

Certo la nostra condizione umana ci ripresenta ancora i suoi pesi e i suoi dolori come prima o anche più di prima però non siamo più schiacciati dal peso della nostra Croce, ma a causa della mirabile Grazia di Dio, vediamo che è la Croce stessa, che prima ci schiacciava, a sostenerci nel compiere la Volontà di Dio. "La sofferenza può diventare gioia e la Croce, la via della gioia" (25/9/96). Anche le tentazioni verso il male torneranno, ma non ci porteranno più troppo lontano. "Le difficoltà che comunque si incontreranno serviranno alla crescita spirituale e per la maggior Gloria di Dio" (24/6/83). Lo Spirito Santo ci permetterà di riconoscerle rapidamente e di combatterle con efficacia. La Grazia di Dio ci proteggerà e, se ci abbandoneremo davvero ad Essa, "vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento". "Quando si crea una vera amicizia con Dio, nessuna tempesta può distruggerla" (25/6/97).

La ritrovata amicizia con Dio, suggellata dal dono dello Spirito Santo, ci permette di scoprire la vera essenza della fraternità e dell'amore (1Pt.1,22), ci dona la pace del cuore e ci libera da ogni male (Ef.3,18-19). "Grazie, potrete averne quante ne volete: dipende da voi. L'Amore di Dio potrete riceverlo quando e quanto ne volete: dipende da voi" (25/3/85). "Cari figli, con l'amore voi conseguirete tutto, anche ciò che ritenete impossibile" (28/2/85). "Poichè siete figli di Dio, amati da Lui, cercate di essere come Lui: vivete nell'amore!" (Ef.5,1)


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6) - I DONI DELLO SPIRITO NELLA VITA NUOVA
Lasciatevi guidare dall'Amore (Gal.5,13)

"Il Padre vi darà un altro difensore che sarà sempre con voi" (Gv.14,16). Il dono dello Spirito Santo è lo Spirito Santo stesso, cioè Dio vivo e presente in te (1Gv.4,13). Dalla presenza di Dio la tua anima riceve infiniti doni (Col.3,10). I doni dello Spirito infatti sono il segno essenziale della Sua Presenza. Purificandoti dal peccato nella S.Confessione tu permetti allo Spirito di scendere su di te, lo Spirito Santo ed il peccato infatti sono realtà opposte e inconciliabili (Gv.14,17; Rm.8,1-17). Lo Spirito non può essere in te senza manifestare i segni inconfondibili della sua presenza (At.10,44-48). La Scrittura chiama lo Spirito con lo stesso nome del vento proprio perchè come il vento lo Spirito è una forza invisibile, libera, imprevedibile, sottile e potente. Lo Spirito si manifesta non a causa di una sua forma propria ma, come il vento, a causa dei suoi effetti (Gv.3,8).

Quali sono i principali segni? Ve ne sono di ordinari (Gal.5,22) e di straordinari (1Cor.12,4-11). I segni ordinari essenziali della presenza dello Spirito Santo sono: 1) la gioia e la pace del cuore; 2) il fortissimo desiderio di pregare; 3) l'amore per la Parola di Dio; 4) l'amore per il prossimo; 5) il bisogno di ricevere frequentemente il perdono nella S.Confessione e la S.Eucaristia; 6) l'umiltà e la capacità di perdonare le offese; 7) il desiderio di annunciare agl'altri la Salvezza.

"Sentirete la fame per la Parola di Dio, il vostro cuore traboccherà di gioia, testimonierete ovunque sarete" (25/1/97).

Gli effetti della presenza dello Spirito Santo, sono bene descritti dalla tradizione cattolica ne "i sette doni dello Spirito". Essi altro non sono che i sette volti dell'Amore:

1) - La sapienza: è il dono della conoscenza di Dio che ti porta, nella dimensione trinitaria, alla comunione con Lui. Alla sapienza appartiene il dono della profezia.
2) - L'intelletto: è il dono che ti permette di usare utilmente la tua intelligenza e la tua sensibilità umana per comprendere meglio te stesso, il tuo prossimo, e per poter amare più efficacemente gli altri, comprendendo i loro bisogni e comprendendo il giusto modo per venire incontro ai loro bisogni.
3) - Il consiglio: è il dono che illumina il tuo cuore e la tua mente e ti fa capire in modo evidente e semplice ciò che bene e ciò che è male. E' il dono che alimenta la tua coscienza secondo amore e verità. Ti permette, in ogni momento, di sapere se stai o non stai compiendo la Volontà di Dio e di scegliere la via del bene quando il tuo animo è combattuto tra alternative diverse ed inconciliabili. Al consiglio appartiene il dono del discernimento spirituale, che ti permette di aiutare i tuoi fratelli nel decidere verso il bene, nei dubbi e nei conflitti della coscienza.
4) - La fortezza: è il dono che ti permette di resistere alle tentazioni del male e di portare con coraggio e amore la tua croce quotidiana. E' il dono che ti permette di sopportare le offese, le persecuzioni, le ingiurie, le discriminazioni, senza cadere nel giudizio, nel rancore, nell'odio e nel desiderio di vendetta. E' il dono che permette l'esercizio del digiuno e della mortificazione del tuo orgoglio e assicura il potere e l'autorità della tua anima sulla tua mente e sul tuo corpo.
5) - La scienza: è il dono della conoscenza delle cose e della natura voluto da Dio per la sua piena glorificazione attraverso il casto, solidale e fruttuoso utilizzo dei beni del creato.
6) - La pietà: è l'intelligenza del cuore, che ti permette di amare gli altri in modo puro e disinteressato, sentendo per loro, la stessa tenerezza e la stessa compassione di Dio stesso.
7) - Il timor di Dio: è la consapevolezza della tua condizione di creatura di fronte al tuo Creatore (Pr.16,6; Sir.40,26). E' il comprendere che la tua vita è suo dono (Sir.1,9-18). In esso non c'è la paura nei confronti di un giudice, ma il cuore di un innamorato che, a causa del suo errore, teme di perdere per sempre l'affetto della persona amata. Con questo dono tu percepisci la grandezza della potenza di Dio. Una potenza assoluta, alla quale anche satana dovrà sottomettersi. La potenza di Dio, creatrice e distruttrice, si comunica a te con il vincolo ed il sigillo dello Spirito.

"Pregate, cari figli, specialmente per i doni dello Spirito Santo, affinchè nello spirito dell'amore ogni giorno ed in ogni situazione siate più vicini al fratello e, nella sapienza e nell'amore, superiate ogni difficoltà" (25/5/00).

La presenza dei segni e dei doni dello Spirito rivela l'efficacia della tua S.Confessione, inaugura la tua rinascita spirituale, suggella la tua ritrovata unione a Cristo, ti rende degno/a del banchetto del Cielo (Is.11,2; Ez.36,25-27; Rm.8,16; Ap.19,9). La tua nuova vita di figlio/a di Dio, redento/a dalla croce di Cristo e rigenerato/a dallo Spirito Santo ti libera dalla solitudine e dalla paura, e riempie il tuo cuore di una gioia e di una pace che, se vorrai, non verranno mai meno (Gv.16,22).

"La Grazia sia con tutti quelli che amano il Signore
Gesù Cristo con amore intramontabile" (Ef.6,24).

Sotto la potente azione dello Spirito la Fede e l'Amore per il Signore faranno cadere in te anche la suprema paura: la paura della morte (Fil.1,21). La gioia e la pace del cuore non ti priveranno però della tua croce quotidiana, perchè è assolutamente necessario che tu la possa portare, per giungere anche tu, con Gesù, dopo la passione e la morte, alla gloriosa Risurrezione (Rm.6,5; Fil.3,10-11).

"Siate amore, gioia e pace!" (25/11/03)


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7) - LA GIORNATA E LA FESTA DEL PERDONO

"Bisogna esortare la gente a confessarsi ogni mese. La Confessione mensile sarà una medicina per la Chiesa d'occidente" (6/8/82).

"Che la Confessione sia per voi il primo passo della conversione e quindi, cari figli, decidetevi per la santità" (25/11/98).

"Nella Confessione lasciate il peccato e decidetevi per la santità (25/2/07).


Accogli l'invito a dedicare un intero giorno al mese per preparare e celebrare la tua S.Confessione. E' questo un invito che ti viene dal Signore Gesù che ti ama e ti vuole totalmente libero dal peccato e salvo da ogni male. Confessarti dopo aver pregato con Fede ed esaminato alla luce della Parola di Dio la tua anima, è la cosa assolutamente più bella ed utile che puoi fare per te stesso/a. Hai bisogno del perdono di Dio. Hai bisogno della sua Grazia più dell'aria che respiri. Hai bisogno che in te sgorghino le fonti della vita vera (Gv.7,38). Ma le fonti della vita spirituale cominceranno a funzionare solo dopo che ti sarai purificato eliminando i rattoppi, le menzogne e le tiepidità.

Riserva un giorno al mese per questo, e concorda in quel giorno con il Sacerdote la S.Confessione e cerca di partecipare alla S.Messa. Prendi il calendario e fissa questo giorno felice, non rinviare la tua decisione. Per un primo periodo dovrai sforzarti per fare questo, ma, quando la tua Conversione avrà fatto i suoi primi passi decisivi e avrai aperto davvero la porta del tuo cuore a Gesù e scelto Maria come tua madre, da quel momento in avanti non ti sarà più difficile confessarti. Sarai così disgustato dai tuoi peccati che non ti occorrerà più alcuno sforzo per desiderare prima di ogni altra cosa il perdono di Dio ed accorrere con gioia al Sacramento della Riconciliazione.

Se hai difficoltà a scandire i tempi della tua giornata
della Riconciliazione, puoi seguire lo schema che segue:

ore 6.00, Lodi.
ore 6.30, S.Rosario (misteri gaudiosi).
ore 7.00, colazione.
ore 7.30, S.Rosario (misteri dolorosi).
ore 8.00, ufficio delle letture.
ore 8.30, S.Rosario (misteri gloriosi).
e Preghiera allo Spirito Santo.
ore 9.00 - 9.30, esaminati su Es.20,1-21.
ore 9.30 - 10.00, esaminati su Mt.5.
ore 10.00 - 10.30, esaminati su Mt.6.
ore 10.30 - 11.00, esaminati su Mt.7.
ore 11.00 - 11.30, esaminati su Gv.14 e 15.
ore 11.30 - 12.00, esaminati su Gv.16 e 17.
ore 12.00 Angelus e Ora Media.
ore 12.30 - 14.30, pranzo (pane, acqua o the) e riposo.
ore 14.30 - 15.00, esaminati sui "vizi capitali".
ore 15.00 - 16.00, esaminati su 1Cor.13,1-13.
ore 16.00 - 17.00, esaminati sui peccati di omissione
e su quelli contro la fraternità e la giustizia.
ore 17.00 - 18.00, S.Confessione.
ore 18.00 - 19.00, Vespri e S.Messa.

Dopo la S.Confessione devi festeggiare, in comunione con la festa che si svoge in Cielo, il tuo ritorno tra le braccia della Grazia. E' bene che il Sacerdote e la comunità organizzino per te e per la tua famiglia un segno tangibile di tale festa (per esempio un banchetto comunitario). Se la comunità non provvede a questo, trova tu il modo per festeggiare e condividere la tua gioia con i tuoi familiari (per esempio porta a casa le pizze per tutti). Il dono della riconciliazione infatti non è un dono solo privato ma anche comunitario, familiare ed ecclesiale.


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8) - IL CAMMINO PENITENZIALE COMUNITARIO


Maria invita la Chiesa ad un estremo e urgentissimo sforzo penitenziale per portare tutti i battezzati alla S.Confessione mensile conformemente a quanto Gesù ha chiesto a suor Faustina K. In obbedienza a questi inviti in ogni parrocchia e comunità DEVE ESSERE MESSO IN ATTO UN PERCORSO PENITENZIALE PERMANENTE che giunga al termine di ogni mese, alla grande "Festa della Riconciliazione Mensile" e di ogni anno (la prima domenica dopo Pasqua) alla grande "Festa Annuale della Divina Misericordia".


Il percorso penitenziale mensile DEVE PREVEDERE:

1° settimana: catechesi e preghiera sui peccati che abbiamo compiuto contro noi stessi, sulla riconciliazione personale che ciascuno deve operare nell'intimo del proprio cuore e della propria mente (idolatrie mentali ed affettive, rimorsi, sensi di colpa, ossessioni, paure, giudizi, pregiudizi, rancori...).

2° settimana: catechesi e preghiera sui peccati contro la nostra famiglia e la comunità, sulla riconciliazione nelle famiglie e nelle comunità (tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra parenti, tra sacerdoti, tra confratelli/consorelle, tra laici e sacerdoti).

3° settimana: catechesi e preghiera sui peccati contro il resto del nostro prossimo, sulla riconciliazione nella Chiesa Locale, tra le Chiese, nel posto di lavoro, di svago, tra vicini di casa, tra conoscenti e non conoscenti.

4° settimana: esame di coscienza generale e celebrazione del Sacramento della Riconciliazione (giornata e festa del perdono). A questo proposito può essere utilizzata la traccia sopra riprodotta. Sarebbe opportuno celebrare l'esame di coscienza generale (quando è possibile) per la intera giornata e in un ambito di "ritiro spirituale".


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9) - L'ESAME DI COSCIENZA COMUNITARIO

(per le comunità parrocchiali, diocesane e religiose)

"Perchè stai a guardare la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?" (Mt.7,3)

La comunità non deve solo aiutare il singolo fretello, la singola sorella a compiere un pieno "esame di coscienza". La comunità ha il dovere di interrogarsi "come Comunità" e compiere sotto questa luce collettiva un profondo esame di coscienza. La Comunità come Chiesa deve sapere a che punto si trova sul suo cammino di conversione permanente nel seguire Gesù. Quante Comunità infliggono terribili sofferenze al Cuore di Cristo perchè vivono nell'ipocrisia, nella quotidiana omissione ed indolenza, nell'aridità, nella ricchezza, nella durezza di cuore e si ritengono giuste mentre disprezzano gli altri (Lc.18,9) e non fanno mai su di sè un vero esame di coscienza!

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"Sarebbe necessario in parrocchia dedicare alla Riconciliazione tre giorni al mese: il primo venerdì, il primo sabato e la Domenica successiva" (15/10/83).

La Chiesa universale, la Chiesa diocesana, la Chiesa parrocchiale, ogni Comunità Religiosa, ogni Coppia e Famiglia Cristiana deve compiere mensilmente con coraggio un profondo esame di coscienza per individuare e rimuovere le "travi" presenti nei propri occhi domandandosi:

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1) Siamo una Comunità viva o morta? - Vera o finta? - Cosa vediamo? Fede? Amore? Carità? O forse aridità, avidità, divisione, contese di potere?

Per le Comunità religiose:

- Il voto di povertà si concretizza in una reale sobrietà di vita o è contraddetto e aggirato da mille compromessi?

- Il voto di castità riflette una reale totale donazione al prossimo o è un "falso", una fonte di orgoglio o una inconfessata mistificazione?

- Il voto di obbedienza significa adesione alla Volontà di Dio o nasconde invece: adulazione, opportunismo o forse arroganza e prevaricazione?

- La fedeltà alla missione indicata dal "Fondatore" è ancora viva e reale o solo più teorica e formale?

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2) Cosa stiamo facendo in concreto per Gesù nascosto nei fratelli? (poveri, anziani e malati soli, disoccupati, carcerati, sfrattati, migranti senza casa e lavoro, giovani in difficoltà, disabili fisici e mentali, malati terminali). - Possiamo davvero identificarci con il "Buon Samaritano"? - In questo preciso momento, in ciascuna Comunità, in ogni Parrocchia ci sono persone sole con il loro dolore, persone che spesso nascondono la loro sofferenza, persone che non si "fanno avanti", non chiedono aiuto, persone che sono sul punto di attraversare il confine senza ritorno della disperazione. Sappiamo cercarle? - Sappiamo trovarle? - Sappiamo aiutarle e consolarle? - Come funziona la "Caritas" nella nostra Diocesi e nelle nostre Parrocchie? - Come stiamo rispondendo alla specifica vocazione della nostra Comunità Religiosa?

OPERATIVITA' DI BASE DELLA CARITAS DIOCESANA E PARROCCHIALE:

- Siano giudate da un "Responsabile Caritas" (RC), un laico nominato secondo i criteri delle CCPQ ed assistito dai medesimi Ispettori (IAE) ed Assistenti Spirituali (ASA) come tutti gli altri Amministratori Ecclesiali (AE).

- I RC ed i loro collaboratori siano persone dalla Fede esemplare e dalla fervente Carità. Lavorino in stretto contatto con il Vescovo, i Parroci e gli AE.

- In ogni Diocesi la Caritas gestisca una "Casa di Prima Accoglienza" per i poveri (disabili fisici e mentali, sfrattati, senza fissa dimora, migranti, persone sole...) con almenno 20 posti letto, mensa quotidiana e magazzino per la raccolta e la distribuzione di viveri, vestiario e mobilio. Sia gestito inoltre dalla Caritas Diocesana un ufficio per le "emergenze sanitarie, economiche e legali" (bollette, sfratti, protesti, pignoramenti...) e l'informazione su tutte le possibilità di casa e lavoro nel territorio e, se possibile, un ambulatorio medico. Accanto all'aiuto materiale non manchi mai quello spirituale e un luogo di "Preghiera continua". L'apertura delle "Case" sia senza interruzione (giorno e notte).

- In ogni Parrocchia (o Unità Pastorale) la Caritas sia operativa almeno con un ufficio, un magazzino per mobili e vestiario, una mensa gratuita (o dispensa per la distribuzione di alimenti) ed un alloggio per le accoglienze di estrema emergenza. In particolare sia curata l'attività di sostegno fisico, morale, economico e culturale agli sfrattati, ai migranti, ai disabili fisici e mentali ed ai senza fissa dimora.

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3) Quanti generi e gradi di solitudine (in modo nascosto o manifesto) abitano nella nostra comunità?
Nella comunità e intorno ad essa NON DEVE esistere solitudine. Povertà e ignoranza spesso non si riescono subito a debellare ma con l'amore la solitudine si può subito vincere. Il Signore non accetta "scuse" su questo punto. Se in Comunità c'è solitudine vuol dire che regna l'egoismo e l'inerzia spirituale. Una Comunità dove vi sono persone sole, tristi, sfruttate, emarginate è una Comunità sacrilega, che vive nel peccato, è una Comunità che NON celebra degnamente la S.Eucaristia.

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4) Cosa abbiamo fatto in concreto per creare "vera comunione"? - Accettiamo volentieri in Comunità la "Correzione Fraterna" o ci sono persone (Sacerdoti e Religiosi/e compresi) che si sentono già "sante", "intoccabili" e se vengono corrette si "offendono"? - Siamo tutti pronti a servire i fratelli restando all'ultimo posto, facendo senza mugugnare i servizi più umili e faticosi o qualcuno si sente un "capo"? (Gal.6,3) - La presenza in Comunità di movimenti, associazioni e gruppi diversi è motivo di arricchimento e comunione o invece di incomprensioni, freddezza e disaggregazione? - C'è forse nella Comunità qualche gruppo, qualche movimento, qualche aggregazione ecclesiale che prevale e mortifica gli altri gruppi credendosi migliore e unica depositaria della "verità", protagonista privilegiata della Chiesa? - Qualche gruppo persegue il proselitismo intraecclesiale per prevalere e monopolizzare la vita comunitaria? - Sappiamo chiedere perdono anche "pubblicamente" quando ci mostrano che sbagliamo? - Sappiamo correggere fraternamente singoli e gruppi che vogliono "comandare", che non sanno servire la Chiesa in umiltà? - Nella nostra Comunità Religiosa ci sono vessazioni, prevaricazioni, comportamenti incompatibili con la Povertà, la Castità, l'Obbedienza a Dio e la Libertà dei Figli di Dio?

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5) Cosa stiamo facendo per crescere sempre di più nella Fede e per annunciarla e testimoniarla a chi non crede? - Andiano a cercare chi non viene più o facciamo finta di nulla? - Cerchiamo di capire il motivo della loro lontananza? - Sono stati delusi o scandalizzati da qualcosa, da qualcuno? - Come possiamo rimediare? - Sono stati efficaci i modi con cui abbiamo cercato di invitare in Comunità chi non crede? - Si sono sentiti amati? - Siamo anche noi schiavi del "legalismo"? - Cosa facciamo per i coniugi separati o divorziati? - Cosa facciamo per i loro figli? - Li abbiamo "giudicati", abbandonati e messi ai margini? - I pensionati partecipano alle attività della Comunità? Esite il gruppo di preghiera dei pensionati? Esiste il "Gruppo Caritas" dei pensionati?

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6) Cosa stiamo facendo per conoscere meglio la "Parola di Dio"? - Le "Omelie" sono efficaci? - Le catechesi sono sufficienti? - I corsi biblici sono adeguati? - La lettura della "Parola di Dio" in famiglia è attuata?

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7) Cosa stiamo facendo per vivere con più profondità ed efficacia spirituale la S.Messa e tutti i S.Sacramenti? - C'è una seria formazione sui Sacramenti? - Battesimi, Cresime e Matrimoni sono preparati in modo spiritualmente adeguato o siamo caduti anche noi nel "pressapochismo"? - La catechesi sulla S.Confessione e sull'Eucaristia è un impegno permanente della Comunità?

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8) Cosa stiamo facendo per pregare di più e meglio? - Cosa facciamo per diffondere la preghiera del S.Rosario (soprattutto nelle famiglie)? - Meditiamo e diffondiamo i messaggi della Madonna? - Cosa facciamo per attuare (anche parzialmente) la Adorazione Perpetua del SS.Sacramento?

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9) Come possiamo accrescere amore e unità nella Chiesa Locale? - La nostra Comunità ama il suo Vescovo? - Segue con amoroso scrupolo le sue indicazioni pastorali? - Ha il coraggio di correggerlo quando sbaglia? - Tutti i gruppi e movimenti ecclesiali operano in stretta obbedienza al Parroco? - Collaboriamo fraternamente con le Comunità vicine o "ognuno fa casa per conto suo"? - Come possiamo accrescere nella comunità il dialogo e l'amicizia in ambito ecumenico e interreligioso? - Parliamo bene delle "altre Chiese"? - Collaboriamo con loro? - Preghiamo per loro e, se possibile, con loro senza perdere la nostra identità e missione?

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10) Come possiamo accrescere nella comunità la coscienza e la responsabilità collettiva a salvaguardia dell'ambiente e della qualità della vita? - Organizziamo la raccolta differenziata dei rifiuti solidi? - Ci impegnamo per il risparmio di energia elettrica ed il contenimento delle emissioni di CO2? - Incrementiamo la vendita di prodotti sfusi? - Difendiamo da ogni offesa ambientale il territorio della Parrocchia/Comunità?

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L'esame di coscienza "comunitario" è essenziale per poter dire davvero di essere una comunità in cammino, una Chiesa fedele, pronta e vigilante. Se dopo l'esame di coscienza comunitario la nostra Chiesa prende consapevolezza di essere "nella colpa" cioè di essere gravemente colpevole di fronte a Dio, allora è bene che prenda la straordinaria e grave decisione di sospendere per una domenica (in segno penitenziale) la celebrazione della S.Eucaristia e di sostituirla con una giornata di preghiera, digiuno, penitenza e riconciliazione incentrata sulla S.Confessione.

Quando, per esempio, in una comunità avviene un suicidio (cioè un fatto che risulta essere esito di estrema solitudine e disperazione), questo costituisce un peccato gravissimo di omissione della carità che colpisce tutta la Comunità. Un tale caso richiede inesorabilmente una forte e comune risposta penitenziale.

Lasciamoci cambiare, correggere e guarire in profondità dalla Parola di Dio e dalla potenza rinnovatrice dello Spirito Santo che ci viene dai messaggi di Maria!

"Dio vi farà capire dove avete bisogno di cambiare" (25/2/93).


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10) - SE NON PUOI CONFESSARTI

Se sei separato e risposato o comunque vivi in una situazione affettiva e relazionale che l'attuale Magistero della Chiesa ritiene non adeguata per accostarsi al Sacramento della Riconciliazione e per accedere ai S.Sacramenti, come puoi fare? La Chiesa ha in ogni caso l'obbligo di accoglierti con amore, di affrontare con calma e profondità il tuo problema e di cercare una soluzione al tuo conflitto di coscienza, per portare nella tua vita luce e pace secondo i voleri della Divina Misericordia. Se chi deve fare questo non lo fa e ti viene unicamente rifiutato il Sacramento della Riconciliazione e della S.Eucaristia non ti devi scoraggiare perchè l'amore di Dio è infinitamente più grande di quello degli uomini. Dio infatti con il suo perdono sopravanza sempre con grandezza ogni nostra aspettativa e permette alla Chiesa vie e strumenti di perdono che sorpassano la limitatezza dei suoi teologi e dei suoi ministri.

S.F.Kowalska ci spiega che la Misericordia di Dio supera di gran lunga l'intelligenza degl'Angeli e degli uomini. Dio non ti lascia, non ti abbandona mai, ti permette sempre di ripartire, di ricominciare. Se hai fatto del male che può trovare rimedio, cerca di trovarlo. Se non c'è rimedio, puoi ricominciare dal punto in cui ti trovi e imboccare la via del bene e dell'amore. Se hai, in passato, abbandonato una persona e non puoi ora tornare con lei, non è certo ora abbandonadone un'altra, che ripari al tuo male. Confronta la tua coscienza e la tua anima con la Parola di Dio attraverso un "esame di coscienza generale", quindi, dopo aver a lungo pregato lo Spirito Santo, affidati ai suoi suggerimenti e non avere paura di Dio (Lc.12,57; 1Gv.3,20).


Se vuoi, puoi pregare:

Padre mio, buono e misericordioso,
io vengo davanti a Te, come figlio umile e desideroso
del tuo abbraccio e del tuo perdono.
E' l'amore che Tu hai per me che mi spinge
e mi fa desiderare una piena comunione con Te.
Porto con me la mia debolezza e le conseguenze
dei miei errori del passato, del mio egoismo
e delle scelte di vita che ho fatto
senza sapere, senza capire quale fosse il vero bene.
Ora non so che fare, e per questo sono qui
davanti a Te. Illumina la mia mente e scalda
il mio cuore affinchè possa imparare ad amare
nella difficile situazione in cui mi trovo,
una situazione che sembra senza soluzione.
Ma Tu che mi ami, hai la soluzione, e mi insegnerai
a perseguirla secondo l'insegnamento di Gesù:
"Ama il prossimo tuo" e "Non fare agli altri,
quello che non vuoi che sia fatto a te".
Sia fatta la tua volontà, ora e sempre
e non permettere che io mi allontani più
dal tuo amore e dalla tua paterna tenerezza.
Amen.


Preghiera di intercessione:

Padre nostro, che attraverso l'effusione del tuo Spirito
tutto fecondi, rigeneri e santifichi,
dona a questo/questa fratello/sorella che è qui
davanti a Te, il perdono e la pace.
Guarisci le sue ferite, conforta le sue lacrime,
correggi i suoi errori, accresci la sua Fede.
Donagli pazienza, coraggio e una completa e gioiosa
fiducia nella tua infinita bontà e potenza.
Donagli la capacità di amare al suo prossimo
con generosità e vera carità,
libero da paure e rimorsi.
Fa che possa ricevere al più presto
il Sacramento della Riconciliazione.
Ti chiediamo questo nel nome di Gesù Cristo,
tuo Figlio e nostro Signore. Amen.


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11) - PER I SACERDOTI CONFESSORI

1) La priorità assoluta:

Gesù è venuto a chiamare alla Salvezza i peccatori, a cercare le pecore perdute, e per fare questo, si vuole servire di te, attraverso il tuo Sacro Ministero. L'amministrazione del Sacramento della Riconciliazione deve rappresentare per te il primo pensiero, il primo impegno di ogni tuo giorno. Senza la Riconciliazione, senza il dono della Grazia del perdono di Dio, gli altri Sacramenti e la stessa S.Eucaristia risultano inaccessibili ed inefficaci, lo stesso annuncio della Parola di Dio risulta difficile ed infruttuoso, la stessa Carità risulta meccanica, ideologica e fredda. Ti sarà chiesto conto con grande severità, di tutto il tempo che avrai perso in altre cose, trascurando questo tuo compito fondamentale.

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2) Quando confessare?

Non basta stare mezz'ora nel confessionale prima della S.Messa, non basta affiggere un orario sotto ad un campanello! Il tuo compito non è solo quello di aspettare il penitente nell'orario e nel luogo che tu desideri. Il tuo mandato è quello di andare a cercare il peccatore lì dove puoi trovarlo. Devi telefonare, andare, camminare, faticare, aiutare, parlare, ascoltare e soprattutto pregare per salvare un'anima affidata alla tua cura pastorale. Fuggi con terrore il peccato della pigrizia e il vizio mortale dell'accidia.

La giornata è fatta di 24 ore:
- otto sono per il riposo;
- otto sono per la preghiera personale, la liturgia sacramentale
e la direzione spirituale in Chiesa;
- otto sono per la "ricerca delle pecore perdute" nelle strade,
nelle case, negli ospedali, nel carcere.

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3) Preparazione all'esame di coscienza:

Il tuo compito non è solo quello di "confessare" ma anche quello di preparare il penitente al Sacramento aiutandolo a fare il suo "esame di coscienza". Molti non sanno esaminare alla luce della Parola di Dio la loro anima e si limitano ad accusare solo una parte dei peccati escludendone per superficialità altri (particolarmente quelli di omissione). Maria ti invita a dedicare ogni mese un venerdì, un sabato e una Domenica alla preparazione ed alla celebrazione della S.Confessione. Ascolta il suo invito! Dedica, nella tua comunità, tre giorni al mese a questo scopo. Non c'è nulla di più urgente ed importante di questo!

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4) Preparazione spirituale del penitente:

Prima di confessare prega con il penitente affinchè la Grazia dello Spirito Santo travolga ogni sua paura e apra completamente il suo cuore all'accoglimento del perdono di Dio. Prega anche affinchè il Signore ti renda degno del mirabile Sacramento che stai per amministrare. Il Sacramento della Riconciliazione è un'incontro con l'Amore di Dio. Il penitente, qualsiasi sia la condizione della sua anima, DEVE SENTIRSI ACCOLTO E AMATO. Guai a te se dovesse lasciare il confessionale deluso, umiliato, scandalizzato ed offeso! Ricordati che devi cercare di uniformare la tua misera ed umana misericordia a quella immensa di Dio.

"Quando vi accorgete che una persona ha commesso un peccato, non ditele subito che ha sbagliato, ma inginocchiatevi davanti alla Croce e pregate per lei affinchè capisca e si penta" (4/2/1986).

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5) Nei casi difficili:

Se a causa di una insufficiente consapevolezza del peccato o di una inadeguata accusa o pentimento non fosse possibile giungere ad un'assoluzione completa la S.Confessione NON DEVE MAI TERMINARE con la troncatura di un rifiuto ed il sapore di una sconfitta ma deve SEMPRE concludersi con una comune preghiera di invocazione allo Spirito Santo affinchè fecondi la via della conversione e renda al più presto possibile una S.Confessione completa. Dopo questa preghiera di invocazione (sarebbe in essa opportuna anche l'imposizione delle mani) il Sacerdote deve in amichevole colloquio rendersi disponibile per un percorso di "direzione spirituale". I tuoi consigli, incoraggiamenti e ammonimenti sotto il segno dell'amore, devono avere lo scopo di produrre nel/la penitente frutti di fiducia e consolazione. L'assoluzione non può essere negata ma solo rinviata. Sei chiamato, durante la S.Confessione, ad esercitare con amorosa efficacia le prime tre Opere di Misericordia Spirituale! - Riesci ad accogliere ogni penitente nel clima di gioia e di festa che per lui/lei desidera la Divina Misericordia del Padre (Lc.15,22-24), o amministri la S.Confessione nel clima distaccato, freddo, inquisitorio di un giudice? Nel momento in cui il penitente si inginocchia davanti a te devi amarlo come lo ama Gesù e nel tuo cuore devi ringraziare Dio perchè l'ha chiamato a conversione e perchè ha fatto a te il dono di questo sublime ministero. Devi fargli percepire il tenero abbraccio di Dio ed il clima di festa che la sua decisione ha prodotto in tutto il Paradiso. (Sarebbe buona cosa che tutti i penitenti che hanno ricevuto il perdono nella S.Confessione, siano invitati con le loro famiglie a pranzo dalla comunità, per festeggiare tangibilmente il "ritorno alla casa del Padre", in evangelica e simbolica adesione al significato del banchetto del cielo -Mt.25,10-).

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6) Confessati prima di confessare!

Non puoi confessare con buoni frutti se tu stesso non ti confessi. Se non sei in Grazia di Dio non puoi essere uno strumento efficace di salvezza e redenzione per i tuoi fratelli. Non puoi compiere una efficace "direzione spirituale" se tu stesso non hai un direttore spirituale. Se convivi, giochi con il peccato come puoi donare l'Amore di Cristo che ha dato la vita per il/la penitente che hai accanto, come può lo Spirito Santo suggerirti le giuste parole per consolare e guarire le anime che avvicini? La tiepidezza spirituale e la S.Confessione sono incompatibili. Non ingannare te stesso: se vivi nella tiepidezza fuggirai il confessionale, se vivi nell'Amore di Dio amerai il confessionale come il luogo più benedetto e desiderato.


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10) - FIGLI MIEI, E' IL TEMPO DELLA DECISIONE!

Madre! Cosa dobbiamo fare?
(dal messaggio del 24/6/83)

1) - Rinuncia alle passioni e ai desideri disordinati;
2) - evita la televisione e ogni eccesso;
3) - confessati almeno una volta al mese;
4) - comincia ad amare tutti, anche chi ti è ostile;
5) - non nutrire rancori, amarezze e dona solo serenità;
6) - prega 5 minuti al giorno il Cuore di Gesù e il Mio;
7) - consacra ogni giorno alla Preghiera almeno 3 ore,
.......nel silenzio, con il Rosario, e un passo del Vangelo
.......(mezz'ora al mattino e alla sera, per chi lavora);
8) - ogni giorno la S.Messa e la S.Comunione;
9) - trovati spazi di silenzio e di raccoglimento;
10) - digiuna il mercoledì e il venerdì;
11) - non preoccuparti delle cose e affida tutto a Dio;
12) - impegnati a servire Dio non a parole, ma coi fatti,
.......prima in famiglia, poi in parrocchia e in ogni luogo.

Madre! Per cosa dobbiamo pregare?
(le principali intenzioni di preghiera suggerite da Maria)

1) - Perchè si compiano i Suoi piani;
2) - per la pace;
3) - per la conversione dei peccatori;
4) - per le famiglie;
5) - per i giovani;
6) - per il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti e tutta la Chiesa;
7) - per le anime del Purgatorio.


"Consacrate il tempo alla Preghiera e al sacrificio. Io sono con voi e desidero aiutarvi affinchè cresciate attraverso la rinuncia e la mortificazione per poter capire la bellezza della vita di quelle persone che si danno a Me in modo speciale. Pregate per poter avere la forza di cambiare la vostra vita" (25/5/90).


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